India, c'è una vittima italiana. Altri otto bloccati nel fango
Continua il lavoro dell'Ambasciata per rintracciare connazionali. Duecento i turisti italiani bloccati a Ladakh, regione del Kashmir indiano
ROMA - Ci sarebbe anche una vittima italiana in India, nella regione del Ladakh colpita da devastanti alluvioni. L'Unità di crisi della Farnesina e l'Ambasciata a Nuova Delhi «hanno consistenti informazioni circa l'esistenza di una vittima italiana e sono già in contatto con i familiari». Da accertamenti condotti, si legge in una nota, si è anche verificato che non sono presenti stranieri nell'ospedale di Leh.
LA CONFERMA DELLA FARNESINA - La Farnesina ha reso noto che Gianluca Brusco, funzionario diplomatico dell'Ambasciata, inviato nella città di Leh, si sta adoperando da due giorni presso le autorità militari e civili indiane per facilitare la localizzazione e il recupero dei turisti italiani che si trovano nella regione.
Il funzionario ha incontrato i connazionali per rassicurarsi sulle loro condizioni di salute e tenerli informati sullo sviluppo della situazione; inoltre, si mantiene costantemente in contatto con le autorità indiane per favorire la partenza degli italiani dall'aeroporto di Leh per Nuova Delhi, dove la nostra Ambasciata è pronta a gestire il rientro in Italia anche di coloro che hanno perso i documenti di riconoscimento.
La Farnesina informa che è anche in corso un intenso coordinamento europeo per coordinare le attività di assistenza.
DRAMMA PER LE POPOLAZIONI LOCALI - Al di là degli stranieri, continua il dramma per le popolazioni locali. Il bilancio delle vittime delle alluvioni causate da forti piogge cadute nella notte tra giovedì e venerdì è salito ulteriormente lunedì con il ritrovamento di altri corpi sotto la spessa coltre di fango e detriti che ha ricoperto parte della vallata di Leh e spazzato via alcuni villaggi come quello di Choglomsar e aumenta di ora in ora il numero degli sfollati. In totale l'esercito e l'aeronautica militare hanno portato in salvo lunedì circa 420 escursionisti indiani e stranieri da diverse vallate. Sono stati impiegati sei elicotteri Cheetah (particolarmente adatti al terreno) che hanno effettuato circa 60 voli dalla valle di Zanskar e dalla base di Skyu alla città di Leh. I soccorsi sono resi più difficili dal fatto che gli elicotteri rischiano di rimanere impantanati nel fango. E i recuperi devono spesso essere effettuati in volo. Di ben più vaste proporzioni resta invece l'emergenza che da due settimane ha messo in ginocchio la Cina e soprattutto il Pakistan. Secondo l'Onu, per numero di persone disastrate, le inondazioni sono state più devastanti del terremoto di Haiti e dello tsunami.
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