Alla Sapienza esami di notte per protestare contro i tagli
«Azione universitaria», il movimento universitario del PdL, denuncia: è ridicolo e illegale
ROMA - Da una parte i professori annunciano che i prossimi esami della sessione estiva si terranno di notte o per strada, e dall'altra gli studenti protestano denunciando l'illegalità di quanto deciso dai docenti. Questo lo scenario dell'università più grande d'Europa, la Sapienza, a Roma. Con professori e ricercatori, che per denunciare i tagli della manovra finanziaria, portano proprio per strada la questione. All'agitazione partecipano le quattro facoltà umanistiche di Lettere e Filosofia, Studi Orientali, Filosofia e Scienze Umanistiche.
In una nota congiunta il presidente romano di Azione Universitaria, il movimento universitario del Pdl, Matteo Petrella e il presidente di Azione Universitaria Sapienza, Cristian Alicata, affermano: «Dispiace constatare come i presidi delle cinque facoltà umanistiche dell'Università di Roma La Sapienza, nonostante il monito del rettore Frati ad evitare forme di protesta contro la riforma Gelmini lesive del sacrosanto diritto degli studenti di svolgere regolarmente gli esami di profitto, abbiano annunciato oggi in conferenza stampa l'intenzione di tenere gli esami della sessione di luglio di notte e al buio, oppure nelle strade della città: una decisione assurda che, oltre a rasentare il ridicolo, mette in discussione le stesse modalità previste dalla legge per la validità degli esami e costringe gli studenti giocoforza a partecipare, pena il venir meno di mesi di studio e lavoro, ad una protesta politica e ideologica».
La decisione - secondo Petrella e Alicata - è «fortemente lesiva della stessa dignità del docente universitario che deontologicamente dovrebbe sempre anteporre la tutela dello studente a forme di protesta discutibili e di stampo quasi folcloristico. Un comportamento che nulla ha a che vedere con l'incontestabile necessità per il futuro del nostro Paese di incentivare lo sviluppo della ricerca e la qualità della didattica. Un obiettivo che, come ribadito dal preoccupante dato sull'improduttività dal punto di vista scientifico di almeno il 30% della classe docente della Sapienza ricordato da Frati, può essere centrato solo se tutti gli attori coinvolti nel processo di riforma del sistema universitario italiano decidano di assumersi tutti le proprie responsabilità, ponendo fine alle disfunzioni del presente».
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