19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Lo ha riferito il segretario generale Monsignor Mariano Crociata

Pedofilia, la Cei: in Italia 100 processi canonici in 10 anni

«Ma anche un solo caso è sempre di troppo»

CITTÀ DEL VATICANO - Per la prima volta da quando è scoppiato il caso della pedofilia, la Conferenza episcopale italiana rende noto che sono cento i casi di abusi sessuali sui minori da parte di preti cattolici che i vertici della Chiesa italiana hanno registrato negli ultimi dieci anni.

«In termini generali e veritieri ci risultano un centinaio di casi relativi a procedimenti canonici avviati nell'ultimo decennio», ha dichiarato mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, rispondendo ad una domanda sul numero di preti pedofili in Italia rivolta dai giornalisti durante una conferenza stampa dell'assemblea generale dei vescovi italiani. Mons. Crociata non ha voluto precisare se tali processi si siano conclusi con una condanna.

SCUOLE CATTOLICHE - Nel corso della prima conferenza stampa che accompagna i lavori della 61ma assemblea generale dei vescovi, monsignor Crociata ha precisato: «Non abbiamo notizie di un calo del numero degli iscritti alle scuole cattoliche da parte dei fedeli a causa dello scandalo degli abusi sessuali». «La reazione dei credenti - ha aggiunto - è quella di chi vuole affrontare il problema e risolverlo per continuare a far crescere la vita della Chiesa». «Il popolo dei credenti - ha detto ancora Crociata - ci chiede chiarezza, di prendere le misure necessarie, la penitenza, vuole insomma che la Chiesa cresca in qualità. I credenti vogliono che questo dramma diventi l'occasione per un salto di qualità nella vita della Chiesa».

NON OBBLIGO DI DENUNCIA - Poi Crociata precisa che l’obbligo di denuncia di un prete pedofilo alle forze dell’ordine non è previsto dalla legge italiana, però assicura la «cooperazione e collaborazione» dei vescovi con l’autorità giudiziaria per «l’accertamento dei fatti». «La normativa italiana non prevede l’obbligo di denuncia in questi casi come in molti altri casi», ha spiegato monsignor Crociata. «Questo evidentemente non esclude che, per nostra iniziativa, assicuriamo una cooperazione e collaborazione che consiste nell’accertamento dei fati e nell’incoraggiamento alla denuncia dei fatti da parte di chi ha subito o è a conoscenza dei fatti». Interpellato dai cronisti sulla recente testimonianza di monsignor Gino Reali, vescovo di Porto - Santa Rufina, al processo per pedofilia a don Ruggero Conti, al tribunale di Roma, monsignor Crociata ha commentato: «Che un vescovo possa essere ascoltato come testimone mi sembra un fatto ordinario».