26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Casini isolato

Governo di «salute pubblica»? Pd-Idv bocciano l'ipotesi

Bersani: «Meglio alternativa». Di Pietro: «Trovata da 1^ Repubblica». Il leader dell'UdC: «Non voglio un governo tecnico ma di armistizio»

ROMA - Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini divide le opposizioni con la sua proposta di un governo «di salute pubblica». Il Pd, per una volta unanime, lo boccia: Pier Luigi Bersani dice di preferire il lavoro «per un seria alternativa, visti i problemi del Paese», mentre Walter Veltroni accusa Casini di avere in testa «la tradizionale politica dei due forni» e lo sollecita invece a «mostrarsi disponibile alle riforme».

Per Antonio Di Pietro quella di Casini «è la solita trovata del politico della Prima Repubblica, che non vuole mai lasciare la poltrona e che quindi vorrebbe governare il paese senza avere il consenso degli elettori». La soluzione, se cade il governo di centrodestra è solo «tornare alle urne», avverte il leader dell'Idv.

«GOVERNO DI ARMISTIZIO» - Casini non si lascia smontare dalla freddezza con la quale è stata accolta la sua idea: «Non mi meraviglia - commenta - che a nessuno piaccia la mia proposta, che non è di governo tecnico ma di armistizio. Dire che piaceva la mia proposta era come dire che le cose così non vanno, ma siccome a tutti vanno bene così, allora stoppano la mia proposta. La maggioranza è affetta da sindrome di autosufficienza, l'opposizione si lava la coscienza scendendo in piazza... si può andare avanti così?». L'unico via libera per ora lo riceve da Francesco Rutelli: «Io - rivendica il fondatore dell'Alleanza per l'Italia - l'ho scritto nel mio libro un anno fa e sono stato preso per matto. Aspetto ancora qualche mese per essere preso sul serio».

MAGGIORANZA - Sul versante di maggioranza, ma era scontato, nessun cedimento all'idea del governo di salute pubblica: «Un po di salute ci vuole - ironizza Roberto Maroni (Lega) - perché con questo tempo rischiamo di beccarci qualche accidente». Osvaldo Napoli (Pdl), pur concedendo un omaggio alla «lucidità» del leader centrista, respinge al mittente la proposta: «Ricette terribilmente vecchie, retrò. Nessun governo può fare alcunché senza la piena legittimazione popolare». Neppure dai 'finiani' arriva un'apertura. Italo Bocchino, ospite in nottata del comico Maurizio Crozza, lo stoppa: «Non c'è il governo tecnico, il governo lo scelgono gli elettori, non i tecnici».