19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Le motivazioni della Corte di Cassazione

«La reticenza di Mills ha favorito Berlusconi»

L'avvocato inglese ricondusse i conti solo genericamente a Fininvest, «tacendo su società offshore»

ROMA - «Risulta verificata la sussistenza degli estremi del reato di corruzione in atti giudiziari», contestato all'avvocato inglese David Mills. Così scrivono in un passaggio delle motivazioni della sentenza 15208 con la quale spiegano perché il 25 febbraio scorso, dichiararono prescritto il reato al centro del processo al legale britannico. Il quadro viene ricostruito dai giudici in 41 pagine.

ELUDERE IL FISCO - «Il fulcro della reticenza di David Mill, in ciascuna delle sue deposizioni, si incentra, in definitiva, nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società off-shore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti, posto che si era reso necessario distanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all'estero e la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi».