Padre Lombardi: infondate le accuse di Ap sul caso Tucson
I documenti dimostrano che il Vaticano ha insistito per accertare il caso
CITTÀ DEL VATICANO - «E' una cosa assolutamente infondata». Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, respinge seccamente le informazioni dell'Associated Press, che citando dei documenti di cui l'agenzia è venuta in possesso, ha riportato le accuse di un avvocato contro la Chiesa Cattolica, che avrebbe aspettato oltre dieci anni per ridurre allo stato laicale - nel 2004 - un prete americano dell'Arizona riconosciuto colpevole di abusi sessuali su minori. E questo nonostante sin dai primi anni Novanta l'allora vescovo di Tucson, Manuel Moreno, avesse segnalato il caso al cardinale Joseph Ratzinger - il futuro papa Benedetto XVI - all'epoca a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Accuse che padre Lombardi, ai microfoni di Sky, respinge in toto: «La documentazione dimostra che la Congregazione per la Dottrina della Fede cui la diocesi di Tucson si era rivolta ha invece insistentemente portato avanti la cosa invitando in tutti i modi la diocesi a portare a conclusione la vicenda» come poi è stato «con la sentenza del '97. Poi c'è stato un ricorso che ha richiesto del tempo, ma è stata confermata la dimissione dallo stato sacerdotale decisa dalla diocesi di Tucson».
Padre Lombardi torna poi sull'omelia di ieri del predicatore pontificio Raniero Cantalamessa: «Un paragone fra le critiche alla Chiesa in questo periodo e l'antisemitismo non è assolutamente un paragone che corrisponda alla posizione della Santa Sede o della Chiesa, e neanche alle intenzioni di padre Cantalamessa che per chi ha voluto ascoltare davvero la sua omelia ha portato la testimonianza di un amico ebreo in base alla sua personale sofferenza».
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