20 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Una «ola planetaria»

L'Ora della terra «spegne» 140 monumenti italiani

A Roma Fulco Pratesi e Ricky Tognazzi hanno festeggiato l`Ora della Terra facendo calare il buio su Fontana di Trevi

ROMA - Sono centinaia i monumenti che in Italia sono rimasti al buio per un'ora nella 4° edizione dell'Ora della Terra - Earth Hour, l'evento mondiale del WWF che vede milioni di persone unite in un simbolico ed eloquente messaggio: risparmiare energia per tagliare le emissioni inquinanti e agire contro i cambiamenti climatici. Da Nord a Sud si sono spenti il Castello Sforzesco e il Pirellone a Milano, la Mole Antonelliana a Torino, l'Acquario di Genova, Palazzo Vecchio a Firenze, la Torre di Pisa e tutta la Piazza dei Miracoli, il Castello di Monteriggioni, il Planetario a Roma, Piazza Sant'Oronzo a Lecce, la Torre San Pancrazio a Cagliari, il Palazzo comunale di Palermo, la Valle dei Templi ad Agrigento e moltissimi altri.

A Roma Fulco Pratesi e Ricky Tognazzi hanno festeggiato l'Ora della Terra facendo calare il buio su Fontana di Trevi, icona mondiale dell'arte e del cinema. «Da questo luogo così evocativo e carico di storia, auguriamo alla nostra Terra una «dolce vita» - ha detto fulco Pratesi, Presidente onorario del WWF Italia - e invitiamo tutti ad aderire all'Ora della Terra, a spegnere simbolicamente le luci per un'ora in nome del risparmio energetico e della lotta al cambiamento climatico» «Risparmiare energia e spegnere le luci quando non servono, come ci hanno insegnato i nostri nonni e i nostri padri può accendere una nuova speranza. Un'ora di buio sia il segno di una vera speranza di futuro per il nostro pianeta» ha detto Ricky Tognazzi.

Tutto esaurito anche nelle Oasi del WWF dove ovunque sono state organizzate visite per conoscere il popolo della notte con gufi, civette, pipistrelli, allocchi alla luce delle stelle. E alle stelle viene dedicata una lezione speciale: con gli astronomi del Planetario di Roma proprio da Fontana di Trevi osservazioni di Marte, della costellazione di Orione, della Stella Polare, del Grande Carro, di Capella e dei Gemelli.

«Ola planetaria» - Cominciata ieri mattina alle 7,45 italiane nella piccolissima isola Chatham nel Pacifico, l'immensa «ola planetaria» di spegnimenti si concluderà nelle altrettanto piccole isole di Samoa a pochi chilometri da dove è partita, dopo aver avvolto l'intero pianeta con la sua onda nera e benefica che testimonia l'impegno di milioni di persone contro la minaccia dei cambiamenti climatici in 126 paesi e oltre 4.000 città. Mentre ieri sera si sono spente le icone delle capitali europee con la tour Eiffel, il Big Ben, la Porta di Brandeburgo, l'Acropoli di Atene e centinaia di altri, tutto l'Oriente aveva già mandato al buio la Città proibita di Pechino, l'Hiroshima Memorial in Giappone, l'Opera House di Sydney e tutte le grandi mertropoli di India, Pakistan, Thailandia, Filippine, Indonesia, Nepal, Malesia, Vietnam, Cambogia, Bangladesh.

E proprio da Pechino Jim Leape, direttore generale del WWF internazionale ha dichiarato: «Earth Hour offre a milioni di persone in tutto il mondo l'opportunità di dare voce alla grande preoccupazione rappresentata dagli effetti devastanti del cambiamento climatico». Dopo la mezzanotte è stata la volta di Paraguay, Argentina, Bermuda, Uruguay, Brasile, Cile, Canada e Stati Uniti dove si spegneranno icone mondiali come il Cristo Redentore di Rio de Janeiro e l'Empire State Building a New York.