11 ottobre 2024
Aggiornato 04:00
Mancino: «Faremo la nostra parte»

Napolitano: temo lo scontro tra le istituzioni

Napolitano scrive al Csm: «Le tensioni non aiutano le riforme, serve più senso di responsabilità»

ROMA - Non passano nemmeno ventiquattr'ore dall'ennesimo attacco del premier Silvio Berlusconi contro la magistratura accusata stavolta di essere, anche se in una sua minoranza, una «banda di talebani» che arriva la dura presa di posizione del Quirinale. In una lettera al vice presidente del Csm Nicola Mancino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprime tutta la sua preoccupazione per quello che egli teme sia un nuovo, violento scontro tra poteri dello Stato. Per di più alla vigilia delle elezioni Regionali e dopo gli ultimi sviluppi «di delicate vicende processuali». I riferimenti sono chiari.

«NO ALLO SCONTRO» - Ebbene Napolitano teme nuove «drastiche contrapposizioni e pericolose tensioni» non solo tra opposte parti politiche» ma tra «istituzioni, poteri e organi dello Stato». Sono mesi che questo problema è aperto e che si ripropone ciclicamente. Un punto di non ritorno è stato rappresentato senza dubbio dalle polemiche che si innescarono - con protagonista il premier - dopo la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale. Oggi Napolitano stigmatizza «accuse quanto mai pesanti che feriscono molti e che possono innescare un clima di repliche fuorvianti» e apprezza che la magistratura associata abbia annunciato di non volersi far trascinare nelle polemiche.

MANCINO: «CONDIVIDO» - Condivide le «preoccupazioni» del capo dello Stato e auspica un «confronto civile e rispettoso», possibile anche attraverso «un linguaggio più sobrio e austero», il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che replica in una nota al monito lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Assicurando che l'organo di autogoverno della magistratura «farà la sua parte» per evitare pericolosi scontri tra istituzioni.
«Sottolineo la piena condivisione - afferma il «numero due» del Csm - delle preoccupazioni espresse dal capo dello Stato nella lettera a me inviata nella qualità di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il suo forte ed autorevole messaggio esorta tutte le istituzioni a guardare oltre i confini delle rispettive competenze e a impegnarsi in un confronto civile e rispettoso rivolto a realizzare il bene comune in un momento tanto difficile per il nostro Paese».

ANM: «CONFORTATI» - Si sentono «confortati» i magistrati dalle parole del capo dello Stato che oggi, in una lettera al vice presidente del Csm Nicola Mancino, ha criticato «le accuse pesanti» che vengono rivolte alle toghe dalla politica. A dirlo è il presidente dell'Anm Luca Palamara.
«Apprezziamo e troviamo conforto nelle parole del presidente Napolitano - sottolinea Palamara - nelle quali ci riconosciamo sia per la vicinanza al lavoro dei magistrati impegnati nello svolgimento di delicate inchieste oggi al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica che per il riconoscimento del ruolo e dell'attività svolta dall'Associazione nazionale magistrati».
«L'Anm continuerà a fornire il suo contributo per il miglioramento del sistema giudiziario - conclude Palamara -. L'Anm non è in campagna elettorale e non intende essere trascinata in un terreno di contrapposizione politica».

LA POLITICA - Coro di plauso alle parole del presidente ma con evidenti distinguo. Se il presidente della Camera Gianfranco Fini ripete che «è indispensabile che tutti facciano quanto è in loro dovere e potere per garantire il reciproco rispetto e un clima costruttivo», il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri insiste sulla necessità che siano «le minoranze politicizzate della magistratura che antepongono l'ideologia al diritto» ad ascoltare l'appello. Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani, infine, il premier «sragiona» e «il conflitto tra istituzioni genera solo disordine e non consente al Paese di vedere affrontati i suoi problemi di fondo».