3 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
Lodo Alfano

In Costituzione anche lo «scudo» per i Ministri

E la «sponda» è offerta sia dai rilievi mossi dalla Consulta. Si introdurrà divieto a «cominciare o proseguire azione penale»

ROMA - Il lodo Alfano in versione costituzionale, a quanto si apprende, coprirà anche i ministri. E la 'sponda' è offerta sia dai rilievi mossi dalla Consulta in occasione della bocciatura della prima edizione dello 'scudo penale' che dalla legge sul legittimo impedimento, che riguarda sia il premier che i ministri. Il ragionamento che i tecnici del centrodestra hanno applicato nella scrittura porta a quella che al premier è stata prospettata come la «soluzione finale».

In prima istanza, verrebbe introdotta una modifica costituzionale alle prerogative del presidente del Consiglio e quindi dei ministri e del presidente della Repubblica. In tutti gli articoli che riguardano i poteri e le prerogative di queste 'cariche' verrebbe introdotta una frase in cui si stabilisce che, nei loro confronti, non si può «nè cominciare nè proseguire l'azione penale». Questo introdurrebbe le necessarie condizioni costituzionali per porre al riparo dai processi penali sia il presidente della Repubblica che quello del Consiglio, che però, essendo primus inter pares, ha le stesse specifiche degli altri membri del governo.

Ecco quindi l'ingresso dei ministri ma la fuoriuscita dei presidenti delle Camere tra le alte cariche dello Stato tutelate. Una volta introdotto il principio costituzionale, il resto della manovra sarà portato avanti con legge ordinaria. E' qui che verranno introdotti concetti come la eventuale rinunciabilità della tutela offerta dallo scudo o la reiterabilità in caso di nomina o elezione ad altra carica, il tipo di copertura offerta e la durata degli effetti. In quel testo, si sta ragionando, si potrebbe prevedere di introdurre lo scudo anche per i presidenti delle Camere.

L'introduzione del principio di impossibilità a «cominciare e/o a proseguire l'azione penale», poi, otterrebbe anche un altro risultato: di fatto, renderebbe inutile la norma transitoria del processo breve, scritta di fatto per stoppare i processi a carico del premier. Berlusconi sarebbe infatti coperto prima dal legittimo impedimento (la norma-ponte) e poi dal neo-principio costituzionale che renderebbe 'improseguibili' le azioni penali contro il presidente del Consiglio.