18 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Scoppia la polemica

Stop all'isolamento per il boss Giuseppe Graviano

Al processo Dell'Utri si era avvalso facoltà di non rispondere. La misura era stata richiesta dal legale di Graviano

ROMA - E' polemica sulla decisione del tribunale di Sorveglianza di Palermo di togliere il regime di isolamento diurno al boss mafioso Giuseppe Graviano, attualmente detenuto nel carcere milanese di Opera e sottoposto al «41-bis», il carcere duro. La misura era stata richiesta dal legale di Graviano. Una decisione della magistratura, ha sottolineato il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo: Graviano «era e resta al 41 bis, così come aggravato a partire dall'8 agosto, nel regime del carcere duro», mentre «Le questioni sulle quali si sono pronunciati i magistrati riguardano invece la piena ed esclusiva competenza della magistratura stessa».

L'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili ha definito «scandalosa» la decisione dei giudici. Lo scorso 11 dicembre il legame del boss di Brancaccio, a proposito del suo assistito, aveva detto: «è detenuto nell'area rossa riservata del carcere di Opera per questo è in stato di alienazione».

Graviano, che deve scontare 5 ergastoli, in aula per il processo Dell'Utri, si era avvalso della facoltà di non rispondere al processo «per motivi di salute». Per questo aveva detto ai giudici della Corte d'Appello di Palermo di non poter rispondere alle domande dell'accusa sulla veridicità delle dichiarazioni rese dal pentito Gaspare Spatuzza, che aveva parlato di rapporti tra il senatore e i due fratelli Graviano.

L'ergastolano aveva quindi spiegato che la sua decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere poteva essere rivista qualora le sue condizioni di salute fossero migliorate, lasciando intendere che questo sarebbe dipeso dal miglioramento del suo regime carcerario. Il fratello Filippo Graviano, invece, aveva smentito la ricostruzione fatta da Spatuzza.

«La revoca dell'isolamento diurno al mafioso Graviano è un segnale inquietante che non aiuta certo la credibilità della giustizia» ha commentato il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. E aggiunge: «Tra l'altro ciò avviene pochi giorni dopo il silenzio omertoso del boss e, al di là delle intenzioni, rischia di apparire come una ricompensa».