28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
A parole tutti d'accordo, ma...

Napolitano: no a qualunque violenza

«E' mia convinzione che ci sia stata una esasperazione pericolosa della polemica politica. Bisogna fermarla»

ROMA - Saranno i prossimi giorni a dire se dopo l'aggressione di Silvio Berlusconi a piazza del Duomo e le prime concitate 24 ore, si abbasseranno i toni dello scontro politico. A parole, tutti sembrano disposti a rispettare il nuovo appello del presidente della Repubblica: «Impediamo subito risolutamente che rinascano forme di violenza, che l'Italia in un passato non lontano ha già conosciuto e duramente pagato» ha detto Giorgio Napolitano, in un'intervista al Tg2.

«E' mia convinzione che ci sia stata una esasperazione pericolosa della polemica politica. Bisogna fermarla. E' stato colpito e ferito il presidente del Consiglio e, anche se verrà verificato che si è trattato di un gesto di uno sconsiderato, dobbiamo essere tutti egualmente allarmati». E infine, Napolitano ha aggiunto «In questo momento non ha senso che gli uni diano le colpe agli altri per il clima che si è creato. Bisogna rispettarsi reciprocamente, misurare le parole ovunque si parli».

A parole tutti d'accordo, ma con qualche distinguo. «Tutti dobbiamo contribuire ad abbassare il clima. Ciascuno deve pensare quanto contribuisce a creare questo clima di tensione» dice il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, parlando a Porta a Porta. Nella stessa sede: «O cessa questa demonizzazione di Berlusconi e ritorniamo a un confronto politico normale o, se non si disinnesca questo aspetto, non ne veniamo a capo» ha detto Fabrizio Cicchitto. E il ministro Ignazio la Russa: «C'è una spirale d'odio a livelli inimmaginabili, non c' mai stato un No Almirante day e un No Fanfani day». E ha aggiunto: il problema è la demonizzazione di Berlusconi. Sempre a Porta a Porta, la presidente del Pd Rosy Bindi si è detta disponibile ad andare a far visita a Berlusconi, come ha già fatto il segretario Pierluigi Bersani: «Molto volentieri». Criticata per aver detto che il clima di tensione è anche colpa di Berlusconi, Bindi ha spiegato: «Il titolo della mia intervista alla Stampa mandava un messaggio incompleto. Berlusconi è vittima di un atto di aggressione grave. Tutto è riconducibile al clima politico nel nostro paese e tra i responsabili c'è anche l'atteggiamento della maggioranza e anche del premier».