20 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Scontro «conclamato»

Lodo Alfano, durissimo strappo fra il Quirinale e il Premier

Il Presidente Berlusconi affonda: «sapete da che parte sta Napolitano»

ROMA - Nella concitata giornata che ha visto la Consulta bocciare il lodo Alfano, lo scontro tra Quirinale e premier è oramai conclamato. Tanto che il Colle, dopo aver fatto trapelare il «rispetto» con cui va accolta la decisione della Corte Costituzionale, sceglie la via della nota ufficiale con parole che non lasciano dubbi sullo sconcerto, la preoccupazione e anche l'irritazione che le affermazioni del premier Silvio Berlusconi hanno provocato nel presidente della Repubblica.

Berlusconi: «Mi sento preso in giro» - Berlusconi, dopo la notizia della bocciatura del lodo Alfano che per lui avrebbe rappresentando lo 'scudo' dai processi, è apparso un fiume in piena; e i suoi affondi si sono diretti oltre che verso la sinistra, la Consulta, la Tv, verso il Quirinale. Al presidente del Consiglio non interessano le espressioni di Napolitano sul rispetto che si deve alla Costituzione perchè si sente «preso in giro». Ed è andato oltre: «Il capo dello Stato - ha detto ieri sera il premier ai giornalisti - sapete voi da che parte sta. Abbiamo giudici della Corte costituzionale eletti da tre capi dello Stato di sinistra, che fanno della Corte costituzionale non un organo di garanzia ma politico».

Quirinale «dalla parte» della Costituzione - E' la goccia che fa traboccare il vaso e Napolitano, deciso fino al tardo pomeriggio a mantenere un low profile nell'interesse del clima di normalità di cui il paese ha bisogno, ha reagito. Quella di Berlusconi è un'accusa troppo pesante per un presidente che, eletto dal solo centrosinistra, ha messo al centro del suo mandato l'imperativo categorico di essere il garante di tutti, il 'guardiano' della Costituzione.

La nota del Quirinale ieri sera era asciutta e compostissima ma implacabile: «Tutti sanno - si legge - da che parte sta il Presidente della Repubblica. Sta dalla parte della Costituzione, esercitando le sue funzioni con assoluta imparzialità e in uno spirito di leale collaborazione istituzionale».

Sarà difficile, anche per chi è abituato a esercitare la funzione di pontiere come il sottosegretario Gianni Letta, ricucire uno strappo simile.