26 aprile 2024
Aggiornato 01:00

Messina: Schifani conforta gli sfollati. Sale a 24 numero morti

E intanto scoppiano le polemiche sul Ponte sullo stretto, per ambientalisti provocherà altre stragi

MESSINA - La massa di fango che la notte fra il primo e il due ottobre ha coperto la frazione di Molino ha restituito ieri un corpo: quello di una donna, estratta dai soccorritori nella tarda mattina. Il dato aggiornato delle vittime è di 24 cadaveri ritrovati, 20 dei quali già identificati, 30 feriti, di cui due in condizioni gravi nei centri grandi ustionati di Palermo e Catania, e una quarantina di dispersi.

I funerali delle vittime, secondo quanto prevede il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca dovrebbero celebrarsi sabato, o al massimo, domenica prossima. In procura ieri è stata giornata di riunioni presiedute dal procuratore Guido Lo Forte che ha dato delega ai carabinieri di accertare le cause della tragedia. Analogo incarico, ma da un punto di vista tecnico, è stato affidato a un pool di esperti.

Ieri 128 dei quasi cinquecento sfollati hanno ricevuto la fugace visita del segretario del Pd, Dario Franceschini e quella del presidente del Senato, il siciliano, Renato Schifani. «Sono certo che i miei conterranei sapranno superare anche questa terribile sfida» ha detto Schifani dopo aver rassicurato gli sfollati esortandoli a credere alla parole del premier Silvio Berlusconi che aveva assicurato nuove case in tempi brevi agli sfollati, «come è stato per le popolazioni terremotate dell'Abruzzo».

Le polemiche delle ultime ore non `scalfiscono' il presidente del Senato, secondo cui «questi dovrebbero essere i giorni in cui il Paese e tutte le forze politiche si devono unire al dolore di chi ha perso parenti e le case» anche se ha assicurato che «saranno accertate tutte le responsabilità». A tenere banco, anche oggi il Ponte sullo stretto di Messina a partire dalla contestazioni degli ambientalisti e dalla ferma risposta del ministro per le infrastrutture Altero Matteoli: «Il Ponte si farà e presto partiranno le opere collaterali». E ha osservato che «molto probabilmente» se queste ultime «si fossero già fatte forse il disastro sarebbe stato inferiore». Secondo Schifani la sciagura dell'alluvione e quello del Ponte sullo stretto sono due «questioni distinte». Ma queste rassicurazioni non convincono ambientalisti e i gruppi della rete `No Ponte'.

«La prossima strage la stanno costruendo oggi proseguendo con questa linea di politica del cemento» dice Antonello Mangano ricercatore, ma anche editore di terrelibere.org, una casa editrice che ha pubblicato 'Ponte sullo Stretto e mucche da mungere', un libro a cura del portavoce della rete no-Ponte, Luigi Sturniolo.

Dal 2006, invece, Anna Giordano della rete territoriale del Wwf Italia `prega di fermare la variante al Prg di Messina: «fatelo almeno per la gente se non vi curate dell' ambiente» dice.

Appello inascoltato come quello che aveva lanciato «tre mesi e mezzo fa - ha riferito l'ambientalista - anche l'ingegnere Sciacca, capo del Genio civile di Messina, sottolineando la necessita di fermate il Prg e rivalutarlo fini del rischio idrogeologico». Intanto si continua a scavare a Scaletta Zanclea e nelle frazioni del messinese più colpite dall'alluvione: Briga inferiore, Giampilieri Superiore, Molino e Altolia. Queste ultime due da questa mattina sono di nuovo raggiungibili con mezzi gommati.