22 marzo 2025
Aggiornato 10:00

Lodo Mondadori. Legali Cir: «Normale giudizio civile tra imprese»

«Non è una causa politica, ma contenzioso economico tra aziende»

MILANO - La sentenza con cui la Fininvest della famiglia Berlusconi è stata condannata al pagamento di 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti non è una causa politica ma una normale causa di risarcimento tra due aziende, coinvolte in un contenzioso. Lo spiegano i difensori di Cir nella causa contro Fininvest, gli avvocati Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini.

«La circostanza che la società condannata al risarcimento sia proprietà di un importante esponente politico e uomo di governo - affermano in una nota - non toglie che la causa stessa obiettivamente si presenti e sia stata trattata come un normale giudizio civile fra imprese coinvolte in un contenzioso economico».

Dopo avere letto la sentenza i legali di Cir hanno ritenuto di intervenire per riportare a verità alcune questioni che sono state presentate, secondo gli avvocati, in modo scorretto o distorto in questi giorni. Innanzitutto, scrivono Roppo e Rubini, «non è vero che il Tribunale abbia eluso il punto relativo alla intrinseca giustizia o ingiustizia della sentenza Metta», in quanto «sulla base di un'analisi ampia e approfondita, il Tribunale ha detto e motivato che la sentenza Metta fu obiettivamente ingiusta».

«Ancora meno, proseguono, è vero che il Tribunale abbia trascurato di accertare se la sentenza Metta, causa del danno di Cir, sia dipesa da corruzione del giudice. Al contrario, ha accertato e motivato che il giudice Metta fu corrotto dal fiduciario di Fininvest, l'avvocato Previti, nell'interesse e con denaro della stessa Fininvest, e che tale operazione era nota e condivisa da Silvio Berlusconi, allora presidente di Fininvest». L'accertamento del Tribunale «si è basato su un consistentissimo materiale probatorio, composto anche (ma non esclusivamente) dagli atti del giudizio penale, che nel 2007 si è concluso con ha definitiva condanna per corruzione, fra gli altri, del giudice Metta e di Previti».

Infine, scrivono i legali di Cir, «non è vero che il Tribunale abbia riconosciuto a Cir una somma superiore a quella richiesta dalla stessa Cir». Rispetto ai circa 750 milioni di euro accordati, Cir aveva chiesto con la sua domanda principale circa 1.157 milioni, e quindi ha subito una decurtazione di circa 400 milioni.