I Vescovi contro il degrado politico: servono persone di qualità
Da domani a giovedì riunione dei Vescovi dopo il caso Boffo
ROMA - Servono persone di «qualità» per ricostruire una «etica sociale» danneggiata tanto dall'«abbrutimento finanziario» emerso con la crisi economica quanto da un certo «degrado politico» del giorno d'oggi. Alla vigilia di una riunione dei vescovi italiani che - da domani a giovedì prossimo - dovrà affrontare le conseguenze del caso Boffo sugli equilibri intra-ecclesiali e sui rapporti tra Chiesa cattolica e mondo della politica, il cardinale Angelo Bagnasco lancia un primo segnale.
«Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro - afferma il presidente della Cei in un passaggio della 'lectio magistralis' che pronuncia a Genova - così come recenti episodi di abbruttimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori, confermano che l'etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone». Parole che riecheggiano quelle pronunciate ieri dal segretario generale della Cei. Quando, ad un incontro del network di associazioni cattoliche 'Retinopera', mons. Mariano Crociata ha rivendicato l'««irrinunciabile dovere di annuncio, testimonianza e presenza» della Chiesa e l'«importante» contributo che gli «uomini retti» provenienti dal «vasto e complesso mondo cattolico» possono dare al «bene comune nel passaggio significativo e incerto di questi anni».
I vertici della Cei delineano, così, un protagonismo ecclesiale che punta ad ottenere risultati sui temi cari alla Chiesa più che cercare un alleato preferenziale. Quali siano questi temi è chiaro. Lo stesso Bagnasco ha bollato come «miope» la scarsa attenzione data dalla politica, in questi anni, alle politiche familiari, ha auspicato il ripensamento del «modello economico cosiddetto occidentale», ed ha menzionato, tra le preoccupazioni prioritarie per la Chiesa, l'eugenetica («molto più preoccupante della perdita della biodiversità nell'ecosistema«), l'aborto e l'eutanasia. Da Napoli, dove celebrava la festa di San Gennaro, il cardinale Crescenzio Sepe, da parte sua, ha stigmatizzato il fatto che i problemi del Sud sono «scomparsi da troppo tempo» dall'agenda politica italiana. «I 150 anni dell'Unità d'Italia - ha aggiunto - possono essere una grande occasione per colmare un divario nel quale trovano spazio disinvolte incursioni di dubbia marca politica, ma di sicura matrice egoistica». Il cardinal Camillo Ruini, infine, si appresta a presentare, la prossima settimana, un'inchiesta sull'educazione che toccherà i temi più disparati, dalla famiglia alla scuola, dalla vita sociale ai mass media.
Meno univoca, all'interno della Chiesa cattolica, è la strategia da seguire per incidere su questi temi. Se il Vaticano ha scelto, con il cardinale Tarcisio Bertone, una linea 'lealista' nei confronti del Governo (di questo come di quelli che lo hanno proceduto o lo seguiranno), le dimissioni di Boffo dopo gli attacchi del Giornale hanno segnato un innegabile scontro tra alcuni settori di maggioranza e certe aree dell'establishment cattolico.
Nulla autorizza a leggere la denuncia del «degrado politico» di Bagnasco o l'appello agli «uomini retti» di Crociata come un riferimento alle controverse vicende personali del Presidente del Consiglio Berlusconi. Tra i vescovi, però, si fa strada l'esigenza di individuare un nuovo personale di riferimento nella politica e, prima ancora, nella società. E se la 'Civiltà cattolica' boccia la «politica dei due forni» di Pier Ferdinando Casini e il sotteso progetto di un 'grande centro' («E' una tesi frutto della propaganda più che di una analisi razionale del 'mercato' elettorale», ha scritto la rivista che va in stampa con l'imprimatur della Segreteria di Stato vaticana), la Conferenza episcopale italiana si interroga, si divide, cerca una linea comune. A partire dal Consiglio permanente che si apre lunedì con un discorso, appunto, del cardinal Bagnasco.