25 aprile 2024
Aggiornato 19:00

Avvocatura Stato: se «Lodo Alfano» bocciato Premier a rischio

Ne minerebbe la funzione. Si potrebbe ripetere un «caso Leone»

ROMA - «Il titolare di funzioni di massimo rilevo politico non solo deve avere la serenità sufficiente per il loro esercizio corretto ma prima di tutto deve essere sottratto a ogni condizionamento». E «talvolta la sola minaccia di un procedimento penale può costringere alle dimissioni prima che intervenga una sentenza e anche quando i sospetti diffusi presso la pubblica opinione si sono poi dimostrati infondati». Pertanto una bocciatura da parte della Corte Costituzionale del lodo Alfano comporterebbe un «pericolo di danno all'esercizio di funzioni che, in quanto elettive, trovano una tutela diffusa nella Costituzione».

L'Avvocatura dello Stato, nella memoria depositata alla Consulta a difesa della costituzionalità del lodo Alfano, non si fa scrupolo nel richiamare il 'precedente Leone', quando cioè l'allora capo dello Stato Giovanni Leone fu costretto alle dimissioni a difesa della Istituzione Quirinale, per accuse realtive allo scandalo Loockeed che poi in processo risultarono senza fondamento.

Sono rari i processi penali - si legge nella memoria firmata dall'Avvocato dello Stato Glauco Nori, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri- che si concludono dentro il tempo di una legislatura (ancor di piu', di un mandato di un Presidente del Consiglio dei ministri)» e «di conseguenza quest'ultimo si trova esposto al rischio di subire per tutta la durata della carica i danni conseguenti».

Dura la reazione del Pd alla memoria dell'Avvocatura sul lodo. «La legittimità del lodo Alfano non può essere guardata solo con la lente dell`opportunità politica e della contingenza, altrimenti si avalla la teoria delle leggi ad personam. La corte vaglierà esclusivamente la compatibilità del Lodo Alfano con i principi della nostra carta costituzionale. In realtà la vera anomalia italiana è quella di un premier che con le sue leggi si sottrae a un processo per reati attribuitigli quando era un cittadino comune». Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti commentando le anticipazioni stampa della memoria dell`Avvocatura generale dello Stato sul Lodo Alfano.