D'Alema: «Tranquilli, non è il congresso del mio ritorno»
«Che amarezza un congresso contro di me»
ROMA - «Stiano tranquilli: questo non è il congresso del ritorno di D'Alema, altrimenti mi sarei candidato io». A parlare è lo stesso ex ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, che - in una intervista a La Stampa - si dice «amareggiato» per il fatto che si dica che «questo è il congresso del Pd contro di me».
«Non mi sono candidato - afferma - perchè non credo che in questo momento ci sia bisogno di tornare a una leadership che appartiene al passato. Mi sarei candidato di fronte a un'emergenza: ma questa emergenza non c'è».
«OCCUPARSI DEI PROBLEMI DEL PAESE» - Per D'Alema, «il problema è fare del Pd una grande forza politica che torna a occuparsi dei problemi del Paese, senza finte contrapposizioni tipo vecchio-nuovo. La ricostruzione che viene fatta del discorso di Bersani è caricaturale». Per il Pd c'è «un grave errore di partenza: invece di affrontare i problemi veri, qualcuno ha preferito aizzare le istanze di rinnovamento contro un immaginario nemico interno. E' un grave errore di partenza - prosegue D'Alema - ma è così che il segretario del Pd ha voluto dare il via alla nostra discussione».
RIVOLUZIONE BERSANI - Per l'esponente del Pd, inoltre, «il buon senso sarà la rivoluzione di Bersani» che vuole «ricollocare il partito dentro la vicenda storica del Paese: di immaginarlo, in forme nuove, come il continuatore di qualcosa, perchè altrimenti non si capisce che cosa si è. Questo è il tema, oggi: non vecchi contro nuovi. Qual è il progetto del Pd? Certo, non il dire che noi siamo più liberisti di Berlusconi - conclude - perchè non può essere questo il principio ispiratore del centrosinistra».