19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Oggi la prima udienza del dibattimento

Processo Eternit, l'INAIL chiede 246 milioni di risarcimento

L'Istituto si è costituito parte civile per esigere l'ammontare degli indennizzi relativi ai 1.648 lavoratori coinvolti

TORINO - Oltre 246 milioni di euro: è questo l'ammontare del risarcimento chiesto oggi dall'INAIL a Stephan Schmidheiny, 61 anni, miliardario svizzero, e Jean de Cartier de Marchienne, nobile belga di 81 anni, eredi della multinazionale Eternit - azienda produttrice di manufatti in amianto, con stabilimenti a Casale Monferrato, Cavagnolo, Reggio Emilia e Napoli - in occasione della prima udienza del dibattimento. L'Istituto si è costituito come parte civile per esigere dalla società gli indennizzi sostenuti fino ad oggi nei confronti di 1.648 lavoratori.

Al via, dunque, presso il tribunale di Torino la prima tappa di quello che giornali e televisioni hanno già battezzato «il processo dei record». Al di là delle definizioni dei mass-media, i numeri parlano chiaro: 2.889 parti lese, 200mila pagine di atti, tre maxi aule allestite, quasi 500 persone impegnate (tra Procura e personale esterno), dieci banchi di registrazione, sei ambulanze (tre della Croce Rossa e tre della Croce Bianca), due equipe mediche, supporto di vigili del fuoco e della protezione civile. «Sarà un processo giusto per tutti, sia per le vittime che per gli imputati», è stato il commento del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, titolare della maxi inchiesta, affiancato dai pm Sara Panelli e Gianfranco Colace.

«L'istruttoria di questa pratica è anche il risultato della collaborazione ormai decennale che l'Istituto ha avviato con la Procura di Torino e finalizzata a uno scambio costante di flussi informativi», afferma Pietro Spadafora, direttore regionale INAIL Piemonte. «Si tratta di una scelta avviata di concerto proprio con Guariniello e che a portato all'apertura, da parte sua, di uno specifico Ufficio malattie professionali: una struttura con la quale abbiamo instaurato un rapporto vero e sinergico e che permette all'INAIL di svolgere al massimo il suo ruolo di ente assicuratore».

Resta ancora difficile quantificare la portata reale dei danni complessivi inflitti dall'amianto alla popolazione italiana. L'inalazione di questa sostanza - bandita dalla legge nel 1992 - provoca, infatti, malattie dal lunghissimo periodo di incubazione (fino a 40 anni). Si prevede, pertanto, che almeno per il prossimo decennio i casi che emergeranno continueranno ad essere numerosi. «Di fatto quella a cui stiamo assistendo adesso, purtroppo, è solo l'emersione della punta dell'iceberg», continua Spadafora. «Al di là di quelli che saranno gli esiti finali del processo, l'INAIL approfitterà anche di questo momento per richiamare l'opinione pubblica un forte richiamo nei confronti dell'importanza della prevenzione, affinché la collettività ricordi sempre che mantenere alto il livello di attenzione al danno è il primo passo per una reale cultura della sicurezza». Speranza dell'Istituto, infine, è che la grande attenzione mass-mediatica di questo processo faccia emergere con rilievo presso l'opinione pubblica il problema delle malattie professionali: un aspetto spesso trascurato dai mezzi d'informazione rispetto agli incidenti mortali sul lavoro ma che, a differenza di questi ultimi - il cui andamento sembra ormai essersi stabilizzato su una continua fase discendente - ha segnalato negli ultimi anni dei preoccupanti livelli di crescita.