«Ddl sbagliato, su stupri preferivamo provvedimento ad hoc»
Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato
«Noi abbiamo davvero un giudizio negativo di questo disegno di legge sulla sicurezza che nell'impianto è sbagliato e contiene misure inaccettabili, come quella che tra poco discuteremo, che vorrebbe cancellare il principio di non segnalazione, da parte degli operatori delle strutture sanitarie, dei migranti clandestini che si fanno curare». Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.
«Questo provvedimento è nel complesso sbagliato perché contiene misure inique - spiega Anna Finocchiaro - Mi riferisco per esempio alla norma che lascia il medico libero di denunciare l'immigrato irregolare che si reca da lui, magari con una grave patologia, con grave rischio anche per la salute pubblica, perché gli immigrati non andranno più dal medico, per la paura di essere denunciati.
Una delle poche note positive - continua Anna Finocchiaro - riguarda la riformulazione del 41 bis anche perché l'emendamento che abbiamo votato nasce da molti emendamenti presentati dal gruppo del Pd su questo punto, che poi sono stati assemblati. E' nostra ferma convinzione che la lotta alla mafia passa anche dal rafforzamento del 41 bis».
«Abbiamo votato la norma che elimina gli arresti domiciliari per i presunti colpevoli di violenza sessuale - spiega ancora Anna Finocchiaro - perché abbiamo presentato un emendamento di quasi identica formulazione alla Camera, dove si discute una proposta di legge scontro la violenza sessuale. Per questo avevamo chiesto che si discutesse la norma nel luogo proprio, cioè alla Camera. Io penso che il legislatore su queste questioni dovrebbe avere un approccio razionale e non agire sull'onda dell'emotività, e mi sembra invece che la discussione di oggi in Senato risponda più a un intento simbolico e propagandistico che a un approccio complessivo al dramma degli stupri. Noi siamo favorevoli all'inasprimento delle misure nei confronti degli stupratori, ma consideriamo il Parlamento il luogo della razionalità e non il luogo in cui giocare partite politiche, magari sulla pelle delle donne.
Stiamo attenti - conclude Anna Finocchiaro - a non scambiare la custodia preventiva cautelare in carcere con la pena che deve essere certa, intervenire in tempi brevi, essere efficace, ma che arriva alla fine del processo. Non vorrei che corressimo il rischio con questo ddl di scardinare il nostro sistema penale e procedurale».