28 agosto 2025
Aggiornato 03:00

Napoli: tangenti e appalti, bufera sul Comune. Jervolino resiste, giunta azzerata?

Incontro Iervolino-Veltroni alle 18. Si fa l'ipotesi di uno scioglimento della giunta, ma il sindaco non sarebbe intenzionata a dimettersi

E' bufera sulla giunta del Comune di Napoli per l'inchiesta sulla «Global service» che ha portato all'esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare per presunte tangenti. Agli arresti domiciliari sono finiti gli assessori Ferdinando Di Mezza e Felice Laudadio e due ex assessori. Il sindaco alle 18 incontrerà il segretario del Pd Walter Veltroni insieme con il segretario provinciale del partito, Luigi Nicolais, e quello regionale, Tino Iannuzzi, più tardi si riunirà il coordinamento del partito.

Si fa strada l'ipotesi di un azzeramento della giunta, seguito dalla nomina di nuovi assessori scelti tra nomi di prestigio, mentre la Iervolino non sarebbe intenzionata a dimettersi. Avvisi di garanzia sono stati recapitati anche ai parlamentari Italo Bocchino del Pdl e Renzo Lusetti del Pd. Per entrambi si ipotizza il reato di partecipazione ad associazione per delinquere, il solo Bocchino risulta indagato anche per concorso in turbativa d'asta. Nei confronti dei due esponenti politici è stata chiesta al Parlamento la richiesta di autorizzazione all'uso di intercettazioni.

Nel pomeriggio gli inquirenti in una conferenza stampa hanno fornito alcuni dettagli sull'inchiesta: la Jervolino, hanno assicurato, non è indagata, mentre sarebbero coinvolti alcuni magistrati, ma questo filone d'indagine è stato stralciato e parte affidato per competenza alla procura di Roma. Il Gip di Napoli non ha accolto tutte le richieste dei pm, la procura aveva infatti chiesto la detenzione in carcere, oltre che per l'imprenditore Alfredo Romeo, anche per altri indagati. Secondo gli inquirenti Romeo garantiva ai suo interlocutori politici non solo tangenti o regali, ma anche avanzamenti di carriera.