«Decreto Gelmini. Sotto il testo niente»
Lo afferma il senatore Vincenzo Vita, vice presidente in Commissione Cultura a Palazzo Madama a conclusione della votazione sul decreto Gelmini
«Il decreto 180 sull'Università ha avuto la nostra convinta contrarietà perché le poche aspirine contenute nel testo, come ad esempio la lieve apertura ai sorteggi dei commissari nei concorsi universitari, la spruzzatina di milioni di euro per il diritto allo studio - meno di un terzo dell'entrata pubblicitaria in un anno di rete 4 - e soprattutto, per merito del Pd, il salvataggio dei concorsi in essere, sono ben misera cosa rispetto all'urgenza di una vera riforma».
Lo afferma il senatore Vincenzo Vita, vice presidente in Commissione Cultura a Palazzo Madama a conclusione della votazione sul decreto Gelmini. «E' persino surreale - prosegue il senatore - che nel secolo dei saperi l'istituzione suprema della conoscenza sia stata trattata prima con tagli da macelleria e poi come una pratica da espletare, con la presenza saltuaria e sempre annoiata del Ministro Gelmini».
«Altro che innovazione e modernità. l'Italia è in pieno Medioevo e sembra che stia prevalendo non già la logica del rilancio del bagaglio formativo bensì quella di una nuova e più pericolosa gerarchia sociale. All'antica contraddizione tra chi ha e chi non ha, se ne aggiunge un'altra, non meno terribile, tra chi sa e chi non sa». Conclude Vincenzo Vita.
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