23 agosto 2025
Aggiornato 10:30
Violenza Donne

«Il Governo stanzi i fondi per piano antiviolenza»

Lo chiedono i deputati Pd in una mozione presentata in occasione della giornata contro la violenza sulle donne; tra i firmatari gli on.li Veltroni, Soro, Sereni e Bressa

«Chiediamo al governo di rifinanziare il piano di azione del Dipartimento pari opportunità mirato alla realizzazione di case rifugio, centri antiviolenza, associazioni femminili e misure a tutela delle vittime di violenza». Lo chiede l’on. Barbara Pollastrini del Pd in una mozione della quale è prima firmataria, presentata in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne proclamata dall’Onu per il 25 novembre; tra i firmatari gli on.li Walter Veltroni, Antonello Soro, Marina Sereni, Gianclaudio Bressa e le deputate e i deputati del Pd.

«Chiediamo anche al governo – si legge nella mozione - la presentazione di un Piano d’azione per i diritti delle donne, contro le molestie per motivi di orientamento sessuale o religioso, per differenti abilità, razza e religione. In particolare l’esecutivo si impegni a stanziare per il Piano 20 milioni di euro nel 2009 e alla sua implementazione pari a 40 milioni di euro per il 2010 e a 60 milioni per il 2011. Solo così sarà possibile la realizzazione di azioni di recupero, campagne informative, misure a tutela delle vittime e attività di recupero.

La drammatica realtà che molte donne vivono rende necessario un urgente intervento. Le cifre sono allarmanti: secondo i dati Istat nel 2006, sono 6 milioni e 743 mila le donne dai sedici ai settant’anni che sono rimaste vittime di molestie o violenze fisiche, psichiche o sessuali nel corso della vita; circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (il 4,8% della popolazione femminile globale); il 14,3% delle donne ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal proprio partner. Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo, 2 milioni e 77 mila donne hanno subito comportamenti persecutori (stalking) dai partner al momento della separazione. Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. La gravità dell’emergenza sta spingendo le Nazioni Unite ad introdurre una fattispecie specifica di reato denominato ‘femminicidio’».