«Cicchitto pensi a gruppo che presiede umiliato da Berlusconi»
Dichiarazione di Piero Martino, capo ufficio stampa del Partito Democratico
L’on. Cicchitto non è colui che presiede, assieme all’on. Bocchino, quel gruppo parlamentare che ha votato compatto per eleggere Villari presidente della commissione di Vigilanza, salvo poi venire a sapere che il premier Berlusconi ci aveva ripensato definendo «idonea» la candidatura di Zavoli?
Ricordo a Cicchitto che il nostro no alla candidatura di Pecorella a giudice della Consulta è stato motivato da un oggettivo impedimento: un procedimento penale in corso. Loro, invece, hanno detto no alla candidatura di Leoluca Orlando alla guida della Vigilanza perché apparteneva a un partito, l’IdV, guidato da una personalità «eversiva», secondo la vulgata del PdL.
Dopo quattro mesi, la maggioranza ha deciso (con sprezzo della prassi consolidata) di scegliersi da sé l’esponente dell’opposizione chiamato a presiedere la commissione. Ma la partita era tutt’altro che decisa perché Berlusconi ci ha ripensato, come gli capita spesso.
In questa storia il segretario del PD Veltroni ha assunto un ruolo di grande responsabilità: dopo lo sfregio dell’elezione di giovedì scorso, invece di giocare allo sfascio ha fatto il nome di Zavoli, incontestabile a detta dello stesso premier. Così è stata sbloccata una situazione che si stava avviando alla totale paralisi.
Consigliamo a Cicchitto di guardare a casa sua, visto che il gruppo da lui guidato vota decreti senza conoscerne i contenuti e viene sbugiardato dal capo sull’elezione del presidente della Vigilanza. Faccia in modo che i suoi deputati ricoprano il ruolo che compete loro, invece di comporre un’enorme pulsantiera per soddisfare i desideri di chi, come gli attuali inquilini di Palazzo Chigi, sanno governare solo attraverso l’umiliazione di maggioranza e opposizione.