«Nei sondaggi la caduta del Governo non c'è»
FI: «Veltroni non si affida a sondaggi disponibili, ma a dichiarazioni di alcuni sondaggisti che tuttavia restano molto sul vago»
Secondo Veltroni, il consenso nei confronti del governo italiano è in «caduta verticale». Non si affida a sondaggi disponibili, ma a dichiarazioni di alcuni sondaggisti che tuttavia restano molto sul vago: per Mannheimer, ad esempio, la riduzione del consenso sarebbe tra il 5 e il 15%: una forchetta troppo ampia per essere ritenuta una valida base di discussione. E, in ogni caso, gli stessi sondaggisti dichiarano che il consenso per Silvio Berlusconi resta molto elevato: il doppio di quello che raccoglie il Pd che, sempre secondo gli stessi sondaggisti, non beneficia dell’eventuale riduzione di consensi verso il Governo. Ha detto infatti Mannheimer: «l’opposizione non si rafforza».
Su quali basi, quindi, si fonda l’entusiasmo di Veltroni? Su una mistificazione del risultato delle elezioni presidenziali americane. Riferendosi a Obama, il segretario del Pd ha detto: «È uno di noi». Forse gli offrirà una tessera d’onore del Pd, giocando sull’equivoco della medesima denominazione, scelta a suo tempo non a caso.
E tanto entusiasmo di Veltroni per il nuovo presidente americano potrebbe risultare un po’ indigesto a una base che ha sempre visto l’America come la roccaforte del capitalismo e dell’imperialismo militarista e, di recente, come punto di partenza della crisi finanziaria.
Veltroni è già pronto a votare un aumento della presenza militare italiana in Afghanistan, distinguendo – non si sa in base a quale criterio – se a sollecitarla è un presidente democratico invece di un presidente repubblicano?
Convinto che la vittoria di Obama farà risalire le quotazioni del Pd, Veltroni nega a Berlusconi il diritto del presidente del Consiglio, cioè del capo del Governo italiano, di affermare che i rapporti tra l’Italia e gli Stati Uniti continueranno ad essere ottimi perché Obama ha attaccato la politica di Bush e quindi Berlusconi non può essere alleato del nuovo presidente.
Ma quanto a Bush, presidente di una stagione eccezionale iniziata con l’11 settembre, la storia potrà essere più imparziale della politica, come è successo con il repubblicano Nixon e con il democratico Carter, rivalutati a distanza di anni.
Purtroppo Veltroni è prigioniero della sua personale cineteca, di un mondo fatto di celluloide, dove «tutto è possibile». Anche inventare «una caduta verticale» di consensi per il governo.
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