19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Presidenziali USA

E se vince Obama...

La corsa al centro dei candidati presidenziali durante le ultime settimane è stata lenta ma inesorabile

La corsa al centro dei candidati presidenziali durante le ultime settimane e' stata lenta ma inesorabile. I candidati alla presidenza non sono diversi non solo sono per etnia, cultura, esperienza e temperamento, importanti e significativi punti nei rispettivi programmi elettorali li distinguono. Sarah Palin nei suoi ultimi comizi insiste nel ripetere che Obama e' per un maggior ruolo del governo, più tasse e quindi per un un attacco socialista alle liberismo americano. Analizzando le linee di un possibile governo guidato da Barack Obama con una forte maggioranza democratica alla Camera e al Senato si concentrerebbe su alcuni temi prioritari:

Obama abbasserebbe le tasse per il ceto medio (che in America significa qualsiasi nucleo familiare che guadagni più di 60 mila dollari e meno di 250 mila) e eliminerebbe le agevolazioni fiscali introdotte da Bush per i benestanti con profitti e rendite superiori a 250 mila dollari annui. Attraverso una serie di manovre correttive promette di ridurre la pressione per il 95% dei lavoratori e delle loro famiglie. Conti offshore e guadagni all'estero di individui e corporation saranno ugualmente penalizzati per creare risorse e incentivare la piccola e media impresa.

Sul fronte di politica estera Obama promette di trasferire immediatamente due brigate da combattimento dell'esercito e della marina dall'Iraq per concentrare lo sforzo bellico americano sull'Afghanistan e nella cattura di Osama Bin Laden. Un ritiro di buona parte delle forze armate americane dalla Mesopotamia e' stato rinviato al 2010 e maggiore attenzione e' sarà data alla stabilizzazione del Pakistan e per far fronte al crescente numero di attacchi provenienti dalle zone tribali di confine. Il candidato presidenziale americano si dice a favore di una nuova stagione del dialogo anche con i Talebani e con l'Iran e per la fine delle decisioni geopolitiche unilaterali.

Sul fronte interno il tema che sta più a cuore ad Barack Obama e' quello delle fonti di energia rinnovabili. Centocinquanta miliardi di dollari saranno stanziati nella ricerca, per l'uso del metanolo e delle energie alternative e nella nuova generazione di biofuel, con la promessa di tagliare le emissioni dell'80% rispetto agli anni Novanta anche attraverso il commercio delle quote tra paesi.

La sinistra del partito democratico con Ted Kennedy in testa spera di poter ottenere la copertura sanitaria universale ma e' probabile che inizialmente vi siano solo delle agevolazioni fiscali tramite i datori di lavoro per le famiglie più svantaggiate.
Forte sarà l'investimento nell'educazione pubblica a discapito di quella privata con investimenti massicci nelle high school e con un maggior ruolo disciplinare e di responsabilità dei genitori nelle educazione dei propri figli. Borse di studio saranno elargite per poter permettere un accesso egualitario ai college e alle università.

Obama non condivide l'idea repubblicana che il governo debba comprare i mutui subprime dalle banche in crisi ma piuttosto in un azione aggressiva per aiutare i proprietari di casa in difficoltà per rimutuare e rimanere nelle proprie case. E' sua intenzione rivedere la corrente legislazione e aumentare le sanzioni per i broker finanziari che elargiscono prestiti senza garanzie.

Per rinvigorire la stagnante economica americana, sul fronte del commercio Obama farebbe pressione sul WTO per migliorare gli accordi commerciali, non rinnoverebbe le agevolazioni concesse da Bush alla Colombia e rinegozierebbe gli accordi NAFTA con Canada e Messico che non hanno dato i risultati aspettati in termini di libero commercio. Alcuni sognano anche un New Deal di Rooselveltiana memoria attraverso una Banca delle infrastrutture che potrebbe ricevere un budget immenso fino a 15 miliardi di dollari.

Marco Colombo e' un giornalista londinese in USA per seguire le elezioni per media italiani e UK