12 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
Presidenziali USA

Colin Powell sostiene Obama

«Sarà un presidente eccezionale»

«Sono giunto alla conclusione che, per la sua capacità di dare ispirazione, per l’inclusività della sua campagna, per quello che lui è e per le sue capacità retoriche - ha sia stile che sostanza - Obama può diventare un presidente eccezionale. Penso che sia una figura di trasformazione, la nuova generazione che arriva. Perciò votero il senatore Barack Obama». Così, l’ex Segretario di Stato americano Colin Powell ha motivato il suo appoggio al candidato democratico.

Durante l’intervista al programma «Meet the Press» della rete NBC, Powell ha espresso più di una giustificazione nel spiegare la sua presa di posizione circa la scelta del prossimo 4 novembre. «McCain – dice - è stato un po’ incerto nel maneggiare i problemi economici, cambiando idea ogni giorno. Mi ha lasciato perplesso anche la scelta dei Palin, una donna di valore, da ammirare, ma non penso sia pronta a fare il presidente, che è il lavoro del vicepresidente. Obama – ha proseguito Powell - ha mostrato fermezza, curiosità intellettuale, profonde conoscenze, e ha un vice pronto a diventare presidente. Nelle ultime settimane, poi, ha mostrato un approccio più ampio, inclusivo verso i bisogni e le aspirazioni della gente. Supera i confini, etnici, razziali, generazionali».

Tom Brokaw, il giornalista e autore della trasmissione televisiva della NBC, ha tentato di stuzzicare più volte il suo interlocutore. Ma Powell non si è lasciato intimidire, nemmeno quando Brokaw ha provato ad ipotizzare i futuri commenti della stampa. Commenti che potrebbero spiegare l’endorsement solo perché anche Powell, come Obama, è afroamericano. «Se fosse solo per questo – risponde senza esitazioni il repubblicano - l’avrei appoggiato mesi fa. Mi sono deciso solo negli ultimi due mesi. Ma se un afroamericano diventasse presidente tutti noi dovremo essere fieri di aver raggiunto questo momento nella nostra storia. Sarà un segnale che elettrizzerà il mondo intero».

La scelta di Colin Powell non ha meravigliato Walter Veltroni. «E’ abbastanza frequente – spiega il segretario PD - la possibilità che le persone valutino le candidature e decidano sulle basi della stessa candidatura». Powell è un uomo libero e il suo sostegno, continua Veltroni, sarà «molto importante».

In effetti l’impatto dell’endorsement di Powell sulla campagna dei democratici potrebbe avere degli effetti positivi, anche se difficilmente quantificabili. Powell è un personaggio difficile da interpretare, il suo sostegno potrebbe effettivamente spostare voti, ma forse non più di quanto i quotidiani si sono affrettato ad annunciare in prima pagina. L’ex Segretario di Stato è inviso a buona parte dei repubblicani e forse non sarà decisivo per traghettare i voti dei repubblicani più radicali dalla parte di Obama. Tuttavia, è anche vero che in alcuni Stati che storicamente votano per i repubblicani e in particolare dove è forte la presenza delle basi dell'esercito (Florida e Virginia), la parola di Colin Powell potrebbe avere peso a favore del candidato democratico, soprattutto fra soldati ed indecisi.

La campagna di Obama, infatti, sta puntando da parecchi giorni sugli Stati repubblicani che a novembre potrebbero decidere di cambiare bandiera e passare ai democratici. In questa settimana, ad esempio, sarà due giorni in Florida, poi in Virginia, e ancora in Iowa, Ohio, Colorado, New Mexico e forse Nevada e Indiana. Tutti Stati che votarono Bush nel 2004. Insieme, fanno 97 voti elettorali sui 270 che servono per vincere. Riscrivere la mappa geopolitica degli Stati Uniti, puntando non solo sugli stati indecisi ma anche sulle roccaforti repubblicane e sugli stati che conferiscono pochi Grandi Elettori (vedi West Virginia), potrebbe essere l’arma vincente per conquistare le chiavi della Casa Bianca. E Colin Powell potrà dare una mano.