Tra Obama e McCain vince la prudenza
Ma i sondaggi premiano il democratico nel primo duello in Tv
Alle nove in punto, le tre della notte italiana, nel campus dell'università del Mississippi, a Oxford, a sud di Memphis, si è svolto il primo dibattito tra il candidato alla Casa Bianca democratico e quello repubblicano. Difficile capire chi dei due abbia vinto. La «dura battaglia» che ci si aspettava è stata rinviata e, nell’attesissima serata televisiva, l’unica protagonista a vincere è stata la prudenza.
Il dibattito di Oxford si è occupato di economia e politica estera. Terreni che i due candidati hanno sondato con fortune alterne lungo la campagna elettorale. Nessuno dei due sono incorsi in alcuna gaffe ed entrambi si sono sempre impegnati a mantenere un clima relativamente disteso, concedendo al pubblico un confronto civile e corretto. Tanto da costringere il moderatore a ringraziare per aver «rispettato i tempi» imposti dalle regole del dibattito.
La prudenza di cui sopra, tuttavia, non ha necessariamente compromesso la qualità di un dibattito dimostratosi forte ed intenso. I due candidati si sono mossi sulle linee guida che li hanno accompagnati lungo tutto il tragitto finora percorso. McCain ha insistito molto sull’inesperienza di Obama, mentre Obama ha attaccato le decisioni sbagliate dell’avversario e ha più volte ricordato come McCain sarebbe, in definitiva, un altro George W. Bush.
La serata dedicata alla politica estera (e all’economia, vista l’attualità imposta dalla crisi di Wall Street) poteva giocare a favore di McCain. Invece, Obama, pur accusando la scioltezza dell’avversario sulla prima questione, è riuscito ad affondare dei colpi su alcuni temi decisivi specialmente in economia. Il senatore democratico, in proposito, è apparso sicuro, preciso e soprattutto 'presidenziale' nel delineare le sue priorità sul piano di soccorso alle società finanziarie. Mentre non ha dimenticato di lanciare qualche attacco mirato al duo McCain-Bush: «La crisi – ha detto il senatore dell’Illinois - è l'ultimo verdetto su otto anni di politiche fallimentari».
Anche in politica estera Obama appare più convincente, sebbene nelle posizioni dei due sfidanti non emerga nessuna grande novità rispetto alle idee illustrate in campagna elettorale. Obama è convinto dell’errore commesso in Iraq e della necessità di spostare il fulcro dell’attenzione in Afghanistan, dove il pericolo terroristico è più concreto. Per McCain la guerra «sta per essere vinta», ma la sua versione rimane debole e poco credibile. Nelle priorità degli americani l’Iraq sta ricoprendo un posto sempre più marginale e Obama sembra essere quello che ha meglio capito il messaggio. Tant’è che utilizza la questione per spostare l’attenzione dalla guerra all’economia, suggerendo come i dieci miliardi al mese spesi al fronte potrebbero finanziare la ripresa per il Paese in crisi.
Si parla anche di Iran, Russia, crisi georgiana e Pakistan, ma a parte il tentativo di McCain di mettere a disagio Obama ipotizzando un ipotetitco incontro con il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il candidato democratico tiene. E considerando il fatto che la serata dedicata alla politica estera sembrava quella più favorevole per il repubblicano, il sostanziale pareggio che ne è seguito sembra aver favorito Obama e penalizzato lo stesso McCain, incapace di capitalizzare l’appuntamento.
I primi sondaggi confermano questa impressione. Secondo l'emittente americana Cnn, il 51 per cento degli spettatori ritiene che abbia vinto Obama e il 38 per cento premia McCain.
Il senatore dell’Illinois avrebbe fatto un lavoro migliore del repubblicano anche nel trattare la gestione della guerra in Iraq (52%-47%) e nell’affrontare la questione economia (58%-37%).
Certo, forse è troppo presto per verificare l’umore degli elettori, ma di sicuro queste prime cifre saranno decisive per disegnare gli equilibri e le future strategie delle rispettive campagne elettorali, specialmente nei prossimi appuntamenti in programma.
Quelli più caldi saranno due. Il 2 ottobre, quando ci sarà il primo duello fra i vice Joe Biden e Sarah Palin, e il 7 ottobre, quando i due principali contendenti torneranno a sfidarsi a Nashville.
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