Obama in testa alla vigilia del duello TV
Repubblicani in tilt dopo la crisi di Wall Street
La crisi di Wall Street ha letteralmente inghiottito il vantaggio che John McCain aveva faticosamente accumulato nei giorni seguenti alla convention repubblicana. L'effetto Sarah Palin, evidentemente a breve termine, ha già esaurito il suo potenziale e gettato la beniamina dei repubblicani duri e puri nel temporeaneo dimenticatoio dei grandi media.
Ora, l'America ha ben altri problemi di cui preoccuparsi. La crisi finanziaria ha gettato nel panico il team del GOP, e nessuna gravidanza indesiderata, nessuna hockey mom col fucile, nessuno scandalo di provincia legato alla candidata vicepresidente più improbabile d'America potrà distogliere l'attenzione dalla crisi di wall Street e dai presunti responsabili del «dramma monetario».
Sono nove i punti di distacco che ora Obama detiene nei confronti dell'avversario. Secondo il sondaggio del Washington Post-Abc News Poll, infatti, il senatore dell'Illinois avrebbe il 52% dei consensi, contro solo il 43% del repubblicano. Nove punti che potranno essere determinanti nell'approccio che i due candidati adotteranno nei confronti della loro prima sfida televisiva. Quella che si terrà venerdì sera nell'auditorium dell'università del Mississipi davanti un pubblico televisivo che si preannuncia da record.
Da una parte Obama sa che può contare su un vantaggio ritrovato, ma dall'altra sa anche che non può concedersi il lusso di presentarsi al pubblico televisivo sulla difensiva. Il tono utilizzato negli ultimi giorni, peraltro, non sembra presagirlo. La campagna dei democratici, sull'onda della crisi scatenata dalla caduta del colosso Lehman Brothers, ha cercato di concentrare l'attenzione sulla difficile situazione economica americana, seducendo la middle class e affossando gli avversari repubblicani. Tuttavia McCain non può essere sottovalutato. La tenacia che può essere sfoderata da chi è costretto a risalire la china, è un aspetto rilevante e non trascurabile della partita. Specialmente per i colpi bassi che lo staff del repubblicano potrebbe architettare in occasione della diretta di venerdì.
Il duello televisivo ricorderà solo vagamente i grigi dibattiti del passato. La Commissione per i Dibattiti Presidenziali, l'organismo istituito nel 1987 per regolare i duelli tra i contendenti alla Casa Bianca, ha infatti annunciato un cambiamento delle regole del gioco. Niente procedura ingessata, dove alla domanda del conduttore segue risposta di un candidato e poi dell'altro (e viceversa nelle domande successive), ma una soluzione più «sciolta», al limite del talk show. I due co-presidenti del CPD, Paul G. Kirk e Frank J. Fahrenkopf hanno infatti spiegato che venerdì sera, John McCain e Barack Obama, dopo aver risposto alla domanda di Jim Lehrer, avranno poi alcuni minuti per interloquire tra di loro, dialogare, interrompersi, sovrapporsi.
Ci si aspetta di tutto, dunque. Senza i paletti fissi di un dialogo scadenzato con precisione, i due protagonisti della corsa alla Casa Bianca potrebbero riuscire ad interpretare i minuti concessi in maniera efficace o, al contrario, rimettere in palio qualche punto percentuale sull'ennesimo futuro sondaggio. Gaffes a parte, infatti, quello che più preoccupa i rispettivi sparring partner che hanno preparato i due senatori alla sfida è che i difetti di ognuno non emergano all'improvviso. McCain ha già dimostrato la difficoltà nel mantenere la calma, nota dolente per chi vuole candidarsi a diventare il comandante della più grande forza militare del mondo, mentre Obama deve cercare di dare nuova luce alla sua immagine, rinunciando a frasi lunghe e complesse a favore di attacchi più concisi e taglienti, così da mettere a tacere le accuse di elitarismo che nella satira di Maureen Dowd hanno trovato la versione più esilarante.
G.R.
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