Costa: «Attenzione ai bisogni didattici e formativi dei più piccoli»
Gli obiettivi principali della Regione Lazio sono stati illustrati da Silvia Costa
Integrazione di alunni immigrati e disabili, cura dei più piccoli e lotta alla dispersione scolastica. Questi gli obiettivi principali della Regione Lazio che, in coincidenza dell’apertura delle scuole, sono stati illustrati da Silvia Costa, Assessore regionale alla Scuola, Diritto allo Studio e Formazione Professionale.
Assessore, la campanella di inizio anno scolastico nel Lazio suona più volte. Ci vuole spiegare perché?
«Il Lazio è l’unica regione ad aver scelto date di inizio anno scolastico diverse per la scuola dell’infanzia, per le medie e per le superiori. Così si cerca di ridurre l’impatto in termini organizzativi per gli istituti scolastici e per le famiglie e di traffico per le strade. Mi riferisco, in particolare, a quei nuclei familiari con più figli di diverse età, dove la presenza dei genitori risulta fondamentale per il primo giorno di scuola di ognuno. La Regione cerca, infatti, di andare incontro ai bisogni non solo educativi e didattici dei minori, ma anche psicologici. E questo proprio nella consapevolezza di quanto sia importante un ambiente rassicurante, soprattutto per i più piccoli. Anche quest’anno, ad esempio, si replicano le esperienze di ‘prima accoglienza’ da parte di bambini più grandi nei confronti di chi comincia. Un minore che si occupa di un bimbo più piccolo dimostra che il bullismo è una pratica negativa che può essere evitata».
Quali sono le iniziative per l’inserimento di alunni disabili e per l’integrazione di quelli stranieri?
«Siamo stati la prima Regione ad aver raggiunto un accordo di programma italiano per l’integrazione dei disabili con l’Ufficio scolastico regionale, le Province, le aziende sanitarie e il Comune di Roma. Abbiamo stanziato 3,7 milioni di euro per fornire supporti all’inserimento richiesti da Province e Comuni. I settori privilegiati di intervento dovranno riguardare il sostegno attraverso l’impiego di figure professionali come l’Assistente Educativo Culturale (Aec), la fornitura di sussidi e ausili come i testi in braille ritenuti necessari dal Piano Educativo Individualizzato, l’istituzione di Ausilioteche presso gli istituti scolastici capofila. In particolare, il mio Assessorato ha destinato 800 mila euro all’utilizzo di figure quali gli Aec (Assistenti educativi culturali), alla fornitura di attrezzature specialistiche, all’attivazione di centri di supporto territoriale, all’istituzione di Ausilioteche, e di laboratori e centri di orientamento. Inoltre, altri 200 mila euro sono destinati all’istituzione di un portale dell’inclusione di alunni e studenti con disabilità.
La Regione vede la presenza di molti minori stranieri che comunque sono nati qui e si sentono totalmente laziali. Comunque, il prossimo 17 ottobre con il convegno ‘Bambini stranieri in classe’ faremo il punto sulle trasformazioni avvenute negli anni recenti nella scuola (soprattutto primaria e secondaria di primo grado) e sul carattere di multiculturalità e plurilinguismo che essa ha assunto. Metteremo in relazione e cercheremo di ‘portare a sistema’ le modalità di lavoro innovative ed efficaci che le scuole e i docenti hanno sperimentato a seguito dei cambiamenti e delle nuove domande di apprendimento e di integrazione».
In Italia il fenomeno della dispersione scolastica è in diminuzione, nonostante si attesti comunque oltre il 20%. Qual è la situazione nel Lazio?
«La nostra Regione non supera il 13% e vede il fenomeno in costante diminuzione. Ma sappiamo che questo non è sufficiente. Questi corsi sono prevalentemente rivolti a ragazzi sopra i 16 anni, i quali, con il riconoscimento delle competenze in entrata, potranno acquisire una qualifica professionale a fine percorso e, quindi, essere pronti all’inserimento nel mondo del lavoro. Quello della dispersione è un problema che si manifesta principalmente nei primi due anni delle superiori. Per questo operiamo al rafforzamento dell’orientamento dalle medie alle superiori con il progetto regionale ‘OrientaMedia’. Un’iniziativa di sostegno di reti di scuole medie superiori, in ogni Provincia, in collaborazione con la facoltà di Psicologia della Sapienza di Roma.
L’assessore Silvia Costa come giudica la proposta del ministro Gelmini sull’introduzione del maestro unico nelle classi elementari?
«Non sono d’accordo, pur condividendo le altre proposte del ministro relative all’introduzione del voto in condotta, a patto che non faccia media con gli altri voti, e all’uso del grembiule. Ma intervenire sulle elementari, che è quella fascia scolastica che funziona meglio, non va. Si rischia di arrecare un danno non indifferente alle famiglie e alla didattica, perché dalle 30 ore di media di servizio attuali, che arrivano a 40 con il tempo pieno, si passerà a 27 ore riducendo così l’offerta formativa».
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