16 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Riforme e Federalismo fiscale

Federalismo, Lamonica (Cgil): «Coinvolgere forze sociali ed istanze lavoro»

«Il pur indispensabile confronto fra partiti ed istanze istituzionali non rende protagonisti innanzi tutto coloro che dovrebbero essere i destinatari del nuovo equilibrio istituzionale e fiscale: cittadini, lavoratori ed imprese»

«La discussione sull’attuazione del federalismo fiscale che si è avviata in questa fase non vede il necessario coinvolgimento dei rappresentanti delle forze sociali e delle istanze del lavoro e dei diritti». E’ quanto afferma la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, secondo la quale: «Il pur indispensabile confronto fra partiti ed istanze istituzionali non rende protagonisti innanzi tutto coloro che dovrebbero essere i destinatari del nuovo equilibrio istituzionale e fiscale: cittadini, lavoratori ed imprese».

«Per la Cgil - sottolinea la dirigente sindacale - il federalismo deve essere l’occasione per affrontare e risolvere alcuni dei nodi strutturali delle difficoltà del Paese, deve essere solidale ed a presidio dei diritti universali, altrimenti produrrebbe ulteriore disgregazione. Fondamentale è la salvaguardia dei diritti civili e sociali, che costituiscono il tessuto unitario del Paese, e la garanzia del finanziamento integrale dei livelli essenziali che devono mantenere il carattere di universalità nel Nord come nel Sud. La perequazione, verticale, deve inoltre garantire, ad ogni livello di governo la possibilità di copertura delle funzioni proprie e deve colmare le diversità di partenza nelle capacità fiscali».

«La sostenibilità finanziaria dei conti pubblici - prosegue Lamonica - va assicurata con un vero coordinamento di tutti i soggetti istituzionali e con interventi che producano servizi di qualità eliminando le inefficienze».

«L’invarianza del prelievo fiscale infine - conclude la segretaria confederale della Cgil - può avvenire solo attraverso una chiara e razionale ricollocazione delle funzioni ai vari livelli, tale da garantire il governo unitario del processo di riforma ed una stretta correlazione tra l’assegnazione delle funzioni e la gestione delle risorse privilegiando, contro nuovi centralismi, le istituzioni locali che sono immediatamente a contatto con le domande sociali».