5 maggio 2024
Aggiornato 14:00
«Il Governo annuncia nuovi tagli alla scuola sul numero degli insegnanti»

Scuola: Tutti a casa

Veltroni: «Disinvestire sulla scuola, è questa la soluzione? Può essere anche utile ridurre gli insegnanti, non lo so, ma a fronte di che cosa?»

«Il Governo annuncia nuovi tagli alla scuola sul numero degli insegnanti, parla di licenziarne 87.000 senza indicare un progetto complessivo . Disinvestire sulla scuola, è questa la soluzione? Può essere anche utile ridurre gli insegnanti, non lo so, ma a fronte di che cosa? – si è chiesto il segretario del Pd, Walter Veltroni alla scuola di politica in corso a Bertinoro -. Parliamo di una scuola nuova, autonoma, parliamo di un progetto o è solo uno spot? Vogliono reintrodurre il grembiule ma penso ci siano altre questioni più importanti».

Il ritorno al passato, nella scuola, si concretizza, a causa dei tagli voluti dal ministro dell'economia, Giulio Tremonti, assieme alla titolare del ministero dell'Istruzione, Mariastella Gelmini Si ritorna al maestro unico alle elementari, pratica ormai svanita da anni. Addio maestri specializzati nelle varie materie, il loro posto verrà preso da un tuttologo, che in 24 ore settimanali dovrà insegnare ai propri studenti tutte le materie, dall'italiano alla matematica, dalle scienze alla storia, passando per la geografia e la lingua inglese.

Alla Camera la settimana prossima inizierà il dibattito sul decreto. In questi giorni il ministro dell'Istruzione ha spiegato candidamente che con questo provvedimento ci sarà «un taglio che vorrà dire 87mila posti di lavoro in 3 anni, il 7% della spesa», aggiungendo poi che in fin dei conti bisogna « tornare ad insegnare bene l'italiano e la matematica: poche cose, ma bene». Tutto questo vuol dire distruggere anni di buon insegnamento, di multidisciplinarietà, che hanno reso la scuola primaria italiana una tra le migliori in Europa e un vanto per l'insegnamento italiano.

Il dissenso sulla riforma si leva alto da sindacati, amministratori locali, opposizione e insegnanti.
Oltre all’affondo di Walter Veltroni nel suo blog, Beatrice Magnolfi, ministro per la semplificazione del governo ombra del Pd, scrive: «Non solo non si investe sulla scuola ma si destruttura quel poco che funziona nel sistema-continuando- così si cancella un'ottima riforma, solo per fare cassa, viene riesumato l'insegnante tuttologo, dovrà essere preparato in tutte le materie e sarà l'interlocutore unico di tutti i bambini. Si perde l'occasione di avere un'alternanza di figure diversamente specializzate che preparino alla scuola secondaria anche nel metodo».
Nel suo intervento il ministro ombra analizza ulteriormente il problema della chiusura « delle scuole con meno di 600 studenti. Nella sola Toscana sono a rischio di chiusura 148 scuole, soprattutto nei piccoli centri, sull'Appennino o nell'arcipelago. Come si farà? I sindaci- chiede la Magnolfi- dovranno organizzare i trasporti?»

Anche Antonio Rusconi, capogruppo PD in Commissione Istruzione a Palazzo Madama, interviene in merito ai tagli che porteranno « non solo 87.000 tagli, ma anche ulteriori 40.000 persone, tra tecnici e amministrativi che ormai sono scomparsi pure dalla contabilità dei tagli. Sono 40 mila tra bidelli e personale tecnico diventati veri e propri ‘figli di nessuno’ che sono già stati messi fuori dalla scuola. Così al disastro dei tagli si aggiungono anche la vergogna dell’oblio e della dimenticanza».

Per non parlare poi del problema sociale,Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, si concentra proprio su questo assetto, i tagli porteranno al Sud e in particolar modo in Calabria, dove «occorrerebbe istituire punti d'istruzione scolastica anche nel più sperduto paesello dell'entroterra aspromontano e silano, altro che smantellamento. La forza dirompente della 'ndrangheta affonda le proprie radici su una cultura che deve essere sconfitta sullo stesso piano, cioè quello dei valori, che devono essere iniettati ipodermicamente perché, parafrasando una delle più rilevanti teorie della potenza della comunicazione, ogni membro del pubblico di massa è direttamente attaccato dal messaggio, con effetti dirompenti soprattutto sui soggetti in età evolutiva».
Per rafforzare questa affermazione cita una risposta data da Giovanni Falcone ai giornalisti quando gli venne chiesto se l'esercito poteva contribuire alla sconfitta della mafia e la risposta fu: »si, precisando però che l'esercito a cui egli alludeva era costituito da maestri elementari, non già da militari, conferendo all'istruzione un potere assoluto».
Duro anche l'intervento di Legautonomia che si dice preoccupata per l'accorpamento delle scuole elementari perché questo porterà «nei territori collinari e montani, gravi disagi per gli studenti che già a 6 anni si troveranno nella condizione del pendolare. A questo si aggiungeranno i costi che ricadranno sulle famiglie e sulle casse degli enti che dovranno attivare i servizi di scuola bus. Un ulteriore provvedimento che aggrava l'abbandono di queste realtà territoriali e che incide pesantemente sulla loro qualità di vita».

F.G.