26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Presidenziali USA

Hillary, uniti per il futuro

La senatrice di New York: «Questa è la battaglia che dobbiamo vincere»

«Barack Obama è il mio candidato. E deve essere il nostro presidente», Così Hillary Clinton nella sua serata a Denver accende la platea. Quando arriva il suo momento è tutto un susseguirsi ininterrotto di applausi, solo la sua voce riesce a far calar il silenzio all’interno del Pepsi Center.

«Sono onorata di essere qui stasera – dice – come madre, come democratica e come una fiera sostenitrice di Barack Obama». L’eterna avversaria di una delle primarie più lunghe e intense della storia americana, passa definitivamente il testimone. Accetta la sconfitta e onora il suo vecchio rivale. Ora le primarie sono finite, ora la sfida è altrove. E Hillary lo sa.

Dopo avere elencato con orgoglio i successi conseguiti dall’amministrazione di suo marito, ricorda alla platea tutte le battaglie che lei, in prima persona, ha combattuto. Tutte quelle lotte che l’avevano convinta a buttarsi nella difficile sfida presidenziale. L’assistenza sanitaria universale, in primis, ma anche l’ambiente, i diritti civili, l’istruzione. Sono tutti menzionati con trasporto e passione. Hillary usa continuamente verbi come «to create» e «to fight». Lo fa quando invita i democratici a combattere per i diritti dei lavoratori, delle donne e degli omosessuali; quando invita l’America a non abbandonare il sogno e la speranza di cambiare; quando crede che un’altra America, diversa da quella degli ultimi otto anni, sia possibile.

Ora i suoi obiettivi sono quelli di Obama. Lui, dice la senatrice, saprà fare bene come Bill. Più volte Hillary Clinton parla del suo collega, senza dimenticare sua moglie Michelle, «una grande partner», e il governatore del Delaware che correrà in ticket con Obama, Joe Biden: «È un forte leader – ricorda - e una brava persona».

Non mancano naturalmente gli attacchi, più o meno diretti, a John McCain. Il riferimento è alla prossima convention repubblicana che si terrà a Minneapolis e St. Paul: «Bush e McCain saranno insieme nelle città gemelle, il posto giusto per due che sono difficili da distinguere».

Hillary gioca bene le sue carte e smentisce le accuse che la volevano eterna rivale di Obama. Attacca McCain attraverso George Bush. Non punta unicamente sul popolare candidato repubblicano, ma sull’odiato presidente in carica. Tuttavia non mancano attacchi diretti e serrati: «John McCain dice che l'economia ha fondamenta solide. John McCain non pensa che 47 milione di persone senza assicurazione contro le malattie siano una crisi. John McCain vuole privatizzare la previdenza sociale»

Il discorso dell’ex first lady riesce a galvanizzare i 4440 delegati del Pepsi Center, e anche Obama, che ha seguito la diretta in televisione da Billings (Montana), non risparmia le parole e in una telefonata di parecchi minuti con la collega non risparmia i complimenti per un intervento «fantastico» la miglior dimostrazione di «come e perché saremo uniti alle presidenziali di novembre, e di come e perché vinceremo le elezioni».