29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Difesa

Come l'ISIS sta usando i droni commerciali (cinesi) per la sua guerra urbana

L’interesse dell’ISIS per i droni risale al 2013. Oggi utilizza droni modificati cinesi per i suoi attacchi mirati.

Come l'ISIS sta usando i droni commerciali
Come l'ISIS sta usando i droni commerciali Foto: Shutterstock

ROMA - Siamo abituati a pensare ai droni come a piccoli velivoli che, in un futuro non troppo lontano, ci consegneranno un paio di scarpe appena acquistato su Amazon direttamente nelle nostre mani, ovunque ci troviamo, in un parco a fare una passeggiata, o in pieno centro, in un mare di corpi che camminano nella stessa direzione. Una delle più grandi sfide di oggi è far funzionare i droni nel mercato della logistica. Forse non sappiamo, però, che sciami di droni sono già usati per combattere le guerre. Dall’ISIS.

L’interesse dell’ISIS per i droni risale al 2013 (prima che il gruppo si formasse ufficialmente). A poco a poco diversi tipi di droni, tra quelli rotativi e quelli fissi, andarono a costituire una vera e propria unità. Oggi il tipo più comune di droni ISIS è di origine cinese, in particolare i droni DJI Phantom quadcopter, ma anche i tipi X-UAV Talon e Skywalker X8 FPV ad ala fissa sono molto comuni. Si tratta di droni commerciali, facilmente reperibili che vengono successivamente modificati. La prima apparizione fu un video su YouTube nell’agosto del 2014 che mostrava filmati tratti da un drone ISIS durante un’operazione di ricognizione su una base aerea siriana vicina a Raqqah. I quadcopter hanno, inoltre, intrapreso molte missioni dedicate per fornire un’alta qualità dei video per le famose propagande ISIS, poi diffuse sui canali mediatici e social. Più recentemente, l’ISIS ha esteso l’uso di questi droni nella battaglia di Mosul, specialmente durante la difesa delle aree interne della città.

Come abbiamo potuto apprendere dai telegiornali, le tattiche ISIS sulle armi combinate, spesso incorporano attentatori suicidi che, a bordo di auto o furgoni carichi di esplosivo, si scagliano sulla folla o su un edificio importante, individuato come bersaglio. Quando, nelle aree urbane di Mosul, questo è stato contrastato bloccando le strade principali con macerie o con veicoli distrutti, l’ISIS ha ha risposto integrando i droni negli attacchi di autobombe suicide. I droni hanno fornito video in tempo reale di ricognizione che sono stati usati per guidare le autobombe attraverso strette strade laterali, evitando blocchi stradali difensivi per raggiungere i loro obiettivi designati.

Nella battaglia di Mosul, ISIS ha anche usato droni modificati (e commercialmente disponibili) per trasportare e rilasciare piccole munizioni, comprese granate. Gli attacchi di questi droni armati sono iniziati all'inizio di novembre 2016 e sono costantemente aumentati. In pochi mesi c'erano fino a 70 droni in volo in 24 ore, di cui 12 droni armati contemporaneamente. I droni hanno preso di mira le unità delle forze di sicurezza irachene (ISF) e i centri di distribuzione dell'aiuto umanitario nel tentativo di perturbare gli sforzi di stabilizzazione dell'ISF. Secondo le dichiarazioni di un comandante speciale degli Stati Uniti, attraverso l’uso di questi droni, per un certo tempo, l’ISIS ha goduto di «superiorità tattica» nello spazio areo in quelle che sembrano essere sempre più guerre di natura urbana, giocate all’interno dei grandi centri abitati.

I fotogrammi ripresi da un video pubblicato dall’ISIS nel febbraio 2017, proprio durante la battaglia di Mosul, mostrano il momento in cui alcuni droni sono caduti sui carri armati iracheni. Il video mostra tre bombe sganciate dal cielo e cadute con un alto livello di precisione. Le forze di coalizione che combattono l’ISISI hanno dichiarato di aver colpito numerosi siti di produzione in Siria, all’interno dei quali i droni commerciali vengono modificati al fine di causare il massimo danno.  

Solo lo scorso mese il Pentagono ha lanciato un programma da 700 milioni di dollari per implementare tecnologie adatte a distruggere i droni dell’ISIS. Alcune tecnologie sono già state testate durante diverse sperimentazioni nel deserto del New Messico, ma necessitano di essere implementate.  I test effettuati nel New Messico hanno visto collaborare diversi colossi tra cui Lockheed Martin e Boeing per testare tecnologie tra cui pistole laser e reti high-tech per abbattere droni nemici. Lockheed Martin, nello specifico, sta sviluppando Athena, un sistema d’arma laser che può abbattere droni nemici. Intanto, solo pochi giorni fa, i giornali hanno annunciato di uno ‘zapper’ britannico che ha aiutato le truppe americane a distruggere almeno 500 droni ISIS nei territori iracheni e siriani. Lo zapper è una tecnologia di difesa dei droni UAV da 1,5 milioni di sterline. E’ in grado di rilevare e inceppare i segnali del drone, assumendo il controllo sul veicolo aereo senza equipaggio (UAV) con la possibilità di inviarlo a schiantarsi a terra. Per la produzione del dispositivo è stata utilizzata una combinazione di tecnologia, sviluppata nel 2015 da tre società britanniche: Blighter Surveillance Systems nell' Essex, Chess Dynamics nel West Sussex e Enterprise Control Systems nel Northamptonshire.

Un cambiamento nel cambiamento. Se fino a oggi gli spazi aerei erano dominati e controllati da grandi organizzazioni governative, ben finanziate e composte da numerose persone qualificate, oggi, i droni modificati rovesciano questo modello. Tali droni sono accessibili a molti e possono essere manovrati. Questi droni disperdono l'energia aerea ben oltre i confini delle entità da lungo tempo affermate che l' hanno impiegata nel primo secolo di volo a motore. I droni hobbisti hanno ora spostato il potere aereo lontano dalla proprietà e dal controllo del governo, e lo hanno passato al popolo.