29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
giovani all'estero

Cervelli in fuga, «Lavoro all'estero, ma morirò in Italia»

Gennaro Senatore vive da tempo in Finlandia. Per lui l'Italia è un Paese corrotto, dove le tasse sono alte e gli stipendi sono bassi. Ma è l'Italia ed è il luogo in cui - sicuramente - tornerà. E in questa lettera ci spiega perchè

«Sono fuggito all'estero, ma morirò in Italia», una lettera d'amore
«Sono fuggito all'estero, ma morirò in Italia», una lettera d'amore Foto: Shutterstock

TORINO - C’è un sito che si chiama Quora, fondato da due ex dipendenti di Facebook, Adam D’Angelo e Charlie Cheever, con l’obiettivo di farne una piattaforma dedicata alla diffusione delle idee e della conoscenza. Un vero e proprio social network che vi consiglio caldamente se volete provare a stare lontani dalle fake news e scoprire qualcosa che ha a che fare con l’esperienza, pragmatica, vera, delle persone. Un posto dove ci sono tantissime domande, ma soprattutto tantissime risposte.

Ed è così che, a un certo punto, la ‘piattaforma’ si interroga se vivere in Italia è meglio che vivere negli Stati Uniti. Un tema piuttosto caldo, visto l’ondata migratoria che colpisce il nostro Paese e stiamo parlando di 1 milione di giovani in fuga tra i 18 e 34 anni, soprattutto ricercatori precari. Che all’estero brillano, in particolare per le pubblicazioni scientifiche. Perché, diciamolo, il talento non ci manca e ne abbiamo discusso anche recentemente con il presidente di PNICube, l’associazione nazionale degli incubatori italiani. E' il sistema che dovrebbe fare di più, ma anche questa è una storia che sappiamo tutti. Tuttavia, cosa che onestamente non mi stupisce, la maggior parte di chi migra dall’Italia, poi, è proprio in Italia che vorrebbe tornare. E fa venire i brividi la lettera d’amore di Gennaro Senatore, un manager italiano che da qualche tempo si è trasferito a Helsinki, in Finlandia. Una lettera che parla di quanto questo Paese possa essere ‘odioso’, ma di quanto poi sia capace di farsi amare, come nessun altro. Un po’ come quando capiti su alcune spiagge dove trovi un mare cristallino, ma bottiglie di plastica e sigarette lungo la riva. E allora ti incazzi perché potrebbe essere straordinario, ma ‘qualcuno’ impedisce che tu possa immergerti senza provare schifo.

«Se tanti miei connazionali migrano all’estero - scrive Gennaro - ci sono dei motivi. L’Italia non è un Paese meritocratico. La politica succhierà la linfa al punto tale ci troveremo con uno dei Paesi del Terzo Mondo». E del resto, secondo l’ultimo rapporto ‘Trasparency’, l’Italia continua a essere considerata uno dei Paesi più corrotti d’Europa. L’indice riflette anche l’opinione di potenziali investitori esteri, secondo cui l’Italia è rimasta ferma al palo, sorpassata persino da Grecia e Romania. «Alfabetismo e l’ignoranza sono gravi problemi - continua Gennaro - . Le tasse sono alte e gli stipendi tra i più bassi d’Europa».

«Ma è l’Italia ed è il Paese in cui morirò. Perché? Perché c’è più vita che denaro. E per capire cosa intendo dovreste andare a Roma. Perché c’è il cibo, il clima, l’arte e le persone. Perché sono cresciuto guardando il Colosseo e perché per andare in Toscana ci metto solo un’ora. Perché, sì, la corruzione è schifosa, ma prova a vivere in Finlandia se non sei finlandese. In Italia posso entrare in un bar e chiacchierare con il barista che non conosco. Perché se devo insultare qualcuno posso scegliere tra una serie di maledizioni e cattive parole che nessun americano potrebbe mai concepire. Perché l’Italia è la mia patria ed è in Europa per errore. Perché posso camminare sulle Alpi e avere una vista migliore che in Svizzera. Poi posso nuotare in un mare cristallino come quello dei Caraibi. E questo deve pur forza valere qualcosa, no?. Perché siamo cattolici, ma non tanto. Siamo intolleranti, ma la violenza razziale è addirittura meno comune della violenza per il calcio. Perché sappiamo l’arte di arrangiarsi. Perché siamo famosi per la ‘Dolce Vita’, ma lavoriamo duramente e risparmiamo più di chiunque altro in Europa. Perché quando lavoravo in una raffineria in Sicilia mi sono fermato a comprare le arance sul bordo della strada e, giuro, dovreste assaggiarle. Perché l’odore di liquirizia e pini del Monte Argentario si mescola con l’odore del mare. E questa è la vita, per me. Vivere in Italia non è facile, il servizio clienti è difettoso. Se vado al ristorante in campagna non c’è un menù e solo poche scelte e sono costretto a mangiare quello che decide la vecchia mamma. Non posso chiedere variazioni. Ma perché dovrei farlo? E’ magnifico. Perché il caffè è il caffè, non espresso. Perché i cornetti, non sono croissant e sono pure meglio. Perché come i nostri treni non siamo mai in tempo, ma in qualche modo ce la facciamo, alla fine. Perché non vinciamo guerre, soprattutto perché non vogliamo farle».

«E sì, in America è tutto grande e scintillante. L’America governa il mondo e a noi sta bene. Perché a noi non ci importa niente di comandare».