22 maggio 2025
Aggiornato 23:30
innovazione sociale

Chi ha vinto Techfugees Roma, l'hackathon per l'integrazione sociale

In poco meno di 24 ore di tempo sono state sviluppate 6 idee molto interessanti. A vincere è stata MEET, un chatbot su Messenger per far apprendere ai rifugiati i costumi del luogo di destinazione

Techfugees, partecipanti
Techfugees, partecipanti Foto: Codemotion

ROMA - Mettere la tecnologia a servizio dell’integrazione sociale. Era questo l’obiettivo principale di Techfugees Roma, l’hackathon dedicato a trovare delle soluzioni che possano abbattere le barriere culturali, migliorando l’integrazione tra i millennials italiani e i coetanei rifugiati. Chatbot, intelligenza artificiale e applicazioni mobili per aiutare i rifugiati, tutti realizzati nell’arco di pochissime ore da tecnici, designers e imprenditori. Un’evento unico, che si è svolto con la collaborazione anche di Codemotion, negli spazi di Luiss Enlabs, l’acceleratore capitolino sopra la stazione di Termini e supportato da UNICEF e Facebook.

Il chatbot su Messenger per i rifugiati
In poco meno di 24 ore tutte le squadre in gara sono state capaci di creare delle vere e proprie applicazioni, funzionanti dal punto di vista tecnologico e dotate anche di un business-plan per la realizzazione pratica del progetto. Dopo un’attenta riflessione la giuria ha nominato il team di MEET il vincitore dell’hackathon. La decisione è stata motivata dal fatto che l’idea del team fosse la più corrispondente all’obiettivo iniziale dell’evento, ossia creare applicazioni che possano favorire l’integrazione culturale. Si tratta di un chatbot educativo su Facebook Messenger, che permette ai rifugiati di apprendere in maniera divertente, la lingua o gli usi e costumi del paese in cui si trovano. L’utente viene profilato e, una volta terminati i livelli, verrà messo in relazione con coetanei che organizzano attività ludiche o eventi di incontro appositamente direzionati all’integrazione. L’idea è quella di invitare direttamente l’immigrato a partecipare ad attività geolocalizzate nella sua zona di residenza e possibilmente gratuite o sostenute per suo conto dal soggetto ospitante o dal gruppo che ha effettuato l’invito. METT avrà quindi accesso a 5mila euro di crediti da utilizzare come inserzioni pubblicitarie da Facebook, un viaggio presso uno degli uffici di Facebook per un confronto con un team di esperti Facebook per ottimizzare la tecnologia, l’accesso a FBStart, programma globale di Facebook che aiuta le startup a creare e far crescere la propria attività attraverso l’accesso ad una serie di servizi forniti da aziende partner, di un valore di circa 30mila euro.

Interessanti anche le altre sei idee che sono state presentate durante l’evento.
NO WALLS: Un’applicazione che aggrega informazioni utili su eventi culturali e sportivi e linguistici e le mette a disposizione dei rifugiati tramite geolocalizzazione. La piattaforma vuole essere uno strumento d’incontro tra associazioni del settore e i migranti, mostrando a quest’ultimi tutti i servizi disponibili. La Web app prevede anche un servizio di chat multilingua per la prima assistenza, la possibilità di chat tra utenti, secondo gli argomenti d’interesse e il punto di raccolta di tutte le iniziative, gli spettacoli e gli eventi che si svolgeranno in un determinato luogo, sorpassando anche la barriera dell’etichetta di cittadino o migrante.

BOTMAN: chat-bot su Facebook Messenger che fornisce informazioni utili ai migranti sulle strutture disponibili anche questo dotato di geolocalizzazione. II sistema si pone l’obiettivo di mettere in relazione enti di beneficenza, cittadini residenti sul territorio e migranti gestendo l’interazione tramite sistemi di risposta automatica, filtri, indirizzamento di richieste. Il singolo potrà offrire il proprio aiuto mettendo a disposizione le proprie competenze mentre le associazioni possono fornire informazioni sui servizi pratici come alloggi, mense o assistenza sanitaria. Il sistema prevede filtri di sicurezza al fine di tutelare la privacy di ogni utente, monitorando anche gli argomenti discussi.

IREFOOD: l’applicazione che permette ai locali di offrire un pranzo a un migrante, profilando tutti gli utenti tramite «Facebook login» e permettendo di inserire commenti. Funziona come un «Airbnb del cibo», con recensioni per tutti gli utenti. Si può utilizzare come rifugiato (per mangiare) o come ristorante/privato (per offrire cibo e condividere aspetti culturali con la persona ospitata).

ROFR: Rome for Refugees: un insieme di soluzioni per fare di Roma una città più accogliente verso i migranti. L’idea prevede la profilazione, su apposita piattaforma a cui si accede tramite il login al proprio account Facebook, di coloro che decidono di avere una tutela per il loro viaggio. Tramite la tecnologia blockchain e Pki tutte queste informazioni vengono salvate e messe a disposizione di onlus e aziende che, previa verifica di requisiti, ne possono far richiesta a pagamento, magari per trovare la figura professionale adeguata.

WEMIGRANTS: applicazione mobile che mette insieme i bisogni dei migranti con le offerte da parte di ONG o organizzazioni religiose. L’app utilizza mappe per geolocalizzare le strutture che offrono servizi di integrazione sociale. C’è la possibilità per i migranti di valutare i servizi e quella di mettersi in contatto diretto tramite Messenger con le strutture. Grazie a filtri il migrante potrà trovare solo i servizi di suo interesse e collegarsi con la struttura specifica che offre il servizio.