26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
E-commerce

Export digitale in crescita: vale 7,5 miliardi, ma la strada è ancora lunga

Cresce del 24% l'export dei beni italiani attraverso i canali digitali e vale 7,5 miliardi di euro. Ancora troppo poco considerando che le imprese del Belpaese esportano solo il 10% del fatturato.

MILANO - Dopo una lunga battaglia di informazione e cultura anche le aziende italiane si stanno piano piano convertendo al digitale. Lo fanno, per la maggior parte dei casi, attraverso l’e-commerce e il potenziamento quindi dei canali digitali per vendita delle proprie merci. A confermare questo trend positivo è l’Osservatorio Export del Politecnico di Milano che registra, per il 2016, una crescita del 24% rispetto all’anno precedente con valore di mercato (quello dell’Export italiano) che raggiunge quota 7,5 miliardi di euro.

Cresce l’Export online
Il trend è quindi positivo, anche se la strada è lunga e tortuosa per le imprese italiane: l’export digitale rappresenta, infatti, ancora una quota marginale, inferiore al 6% delle esportazioni totali di beni di consumo destinati al cliente finale. Il settore che evidenzia più esportazioni via e-commerce è sicuramente quello del fashion (60%), seguito dal food (17%) che registra, però, la crescita più significativa (32%). In seguito arrivano arredamento e design. I grandi retailer sono il canale di distribuzione online privilegiato per le vendite oltreconfine e raccolgono il 52% del fatturato dell’Export digitale. Al secondo posto i marketplace (34%), il canale che è cresciuto maggiormente nel 2016, +46%, poi i siti delle vendite private (8%) e i siti di eCommerce di aziende produttrici (6%).

Non esportiamo in Cina
Si esporta principalmente verso gli Stati Uniti e l’Europa, con una crescita di export in Germania, ma anche in Russia e Polonia. Dobbiamo, invece, ancora fare molto per imporci sui mercati orientali, specie la Cina. Un peccato considerando che oggi la Cina è il Paese con il più alto numero di utenti web al mondo, con circa 688 milioni persone che si connettono regolarmente alla rete. «In uno scenario internazionale altamente competitivo, con consumatori sempre più inclini all’uso delle tecnologie digitali, l’adozione dell’eCommerce come canale di vendita all’estero può risultare una scelta vincente, utile a sostenere la crescita dell’Export italiano - afferma Riccardo Mangiaracina, Direttore dell'Osservatorio Export -. In Italia l’utilizzo dei canali eCommerce per esportare è un fenomeno recente: sono in crescita i volumi ed aumenta la consapevolezza delle opportunità. Ma sfruttare le opportunità fornite dall’Export digitale non è semplice: occorrono preparazione, competenze, propensione al cambiamento e adeguati investimenti. È necessario studiare le caratteristiche dei vari Paesi e dei settori per mettere a punto modelli di Export in grado di sbloccare il potenziale dei canali digitali».

Si esporta solo il 10% del fatturato
Servono competenze e propensione al cambiamento. E servono soldi per aumentare il numero delle imprese italiane che esportano grazie ai canali digitali. Attualmente nella nostra nazione se ne contano 210mila, un numero rilevante se si considera la piccola dimensione che caratterizza il tessuto manifatturiero italiano. Ma l'intensità di Export è debole: il 45,5% delle imprese esporta meno del 10% del fatturato, solo il 10,3% esporta almeno il 75%. Cresce la cosiddetta «propensione all’Export» - il rapporto tra valore complessivo delle esportazioni e PIL – che nel 2016 si attesta al 43% per i beni manufatti, in linea con diversi Paesi di pari dimensioni e livello di sviluppo, come Francia e Spagna, ma inferiore a quello della Germania, il maggiore esportatore europeo.

Metropoli e territorio
Quando crescono e si affermano gli e-commerce e le piattaforme online, infatti, sono sempre più legate alle grandi metropoli e al territorio. Una ricerca messa a punto da Advisato (startup che offre codici sconto e buoni promozionali dei migliori e-commerce e piattaforme online) mostra come stiano crescendo i servizi di e-commerce legati alle grandi aree metropolitane. Sono sempre più numerose le startup focalizzate sui servizi alla persona che operano nei campi di food delivery, pulizia domestica, richiesta preventivi online per servizi o professionisti. E quando parliamo di grandi aree metropolitane parliamo, purtroppo, sempre delle stesse. Il capoluogo lombardo è al primo posto con il 15% degli acquisti, al secondo posto troviamo la capitale con il 12% e sull’ultimo gradino del podio troviamo il capoluogo campano con il 4%. La Lombardia, in generale, traina il mercato dell’e-commerce nelle aree metropolitane con il 29% degli acquisti, mentre a seguire troviamo troviamo il Lazio (17%), il Veneto (8%), la Campania (7%) e l’Emilia Romagna (7%).