28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
servizi finanziari

Gualandri (Soldo): «La vera rivoluzione FinTech deve ancora iniziare»

Carlo Gualandri è il fondatore della startup Soldo, un conto spese multi-utente grazie al quale le famiglie possono tenere sotto controllo le proprie finanze quotidiane. Ci parla di FinTech e di quella rivoluzione che arriverà nei prossimi 10 anni

MILANO - Da una parte l’esplosione incontrollata del FinTech che spinge un cliente bancario su due a utilizzare prodotti e servizi di almeno una delle società tecnologiche che si occupano di innovazione finanziaria, dall’altra i digital payments, per i quali qui in Italia, c’è ancora tanto da fare in termini di cultura e formazione. Malgrado la mancanza di fiducia nei confronti delle nuove soluzioni digitali, secondo il primo World FinTech Report (Wftr) realizzato da Capgemini e LinkedIn in collaborazione con Efma, le Fintech stanno guadagnando terreno e impulso presso i clienti più giovani, con particolare riferimento ai mercati emergenti come Cina e India (qui il 75% dei clienti afferma di avvalersi di soluzioni tecnologiche finanziarie). Un mercato in abbondante crescita, dunque, arrestato tuttavia dai livelli di fiducia complessivi, che rimangono ancora molto bassi. In questo marasma di incertezza, però, nasce Soldo, startup fondata da Carlo Gualandri, uno dei padri di Virgilio. Un conto spese multi-utente grazie al quale le famiglie possono tenere sotto controllo le proprie finanze quotidiane. Un modo semplice - se vogliamo - per avvicinare le famiglie al digitale, partendo dalle spese di casa. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Carlo per capirci qualcosa in più del suo progetto e dell’evoluzione del FinTech.

Cosa l’ha spinta a creare la startup Soldo? E su quali concetti fondanti si basa?

Oggi non esiste una soluzione facile per controllare giorno per giorno, minuto per minuto, i flussi di denaro dal nostro portafoglio ai membri della cerchia familiare (figli, tate, collaboratori domestici,…) e da qui al vasto mondo là fuori. Le banche – nella maggioranza dei casi – compiono un buon lavoro nel gestire i nostri risparmi, ma le cose cambiano quando si tratta delle piccole spese di tutti i giorni. Spendere è un’attività non sempre programmabile, poco razionale, immediata e per questo difficile da controllare. Questo è ancora più vero in una famiglia moderna, con il suo variegato universo di esigenze: amministrare economicamente le esigenze ordinarie e straordinarie di ognuno; tenere sotto controllo le spese dei figli senza costringerli a interpellarci ogni volta che desiderano fare un acquisto; garantire alla baby sitter, alla ragazza alla pari, ai domestici i soldi necessari per portare avanti il tran tran quotidiano; assicurare ai nostri cari fondi necessari per cavarsela in ogni situazione e, allo stesso tempo, impedire loro di fare spese eccessive. E’ proprio scontrandomi con la realtà quotidiana della gestione delle spese che ho individuato questa opportunità: oggigiorno nessuno ha l’energia e il tempo per trasformarsi nel commercialista dei propri figli o nel revisore del budget familiare, ma possiamo delegare questo compito alla tecnologia.

In che modo pensa possa cambiare la vita delle famiglie?

Abbiamo sviluppato Soldo perché ogni famiglia potesse gestire gli acquisti quotidiani con serenità, senza il rischio di cadere inconsapevolmente in spese eccessive ed evitando spiacevoli sorprese. Il conto spese permette di gestire i soldi di ogni membro di un nucleo domestico mettendo a disposizione una carta di debito per chiunque abbia almeno 8 anni e dando la possibilità di «aprire e chiudere il rubinetto» e trasferire denaro tra i diversi utenti in qualunque momento. Siamo convinti che con Soldo sarà molto più semplice tenere sotto controllo le spese che facciamo, educando i più giovani ad uso consapevole e responsabile del denaro.

Crede che le famiglie italiane siano pronte a utilizzarla?

Assolutamente sì, gli italiani sono molto attenti alla gestione del risparmio e tendono a non indebitarsi; uno strumento come Soldo non farà altro che facilitare la vita di molte famiglie nella gestione quotidiana dei propri risparmi, aggiungendo quegli elementi di tempestività e trasparenza che è più difficile ottenere dai servizi offerti dalle banche.

Il fintech si sta dimostrando una delle economie digitali più rivoluzionarie. Quali saranno, secondo lei, i suoi passi futuri?

Il FinTech ha aperto il settore bancario all’innovazione e alla competizione, con opportunità enormi per l’utente finale. Molte delle funzioni che un tempo erano svolte da persone oggi diventano automatiche oppure rese disponibili all’utente finale che può controllare le proprie finanze direttamente attraverso la tecnologia. Questo non significa che le banche scompariranno, ma che dovranno rivedere il proprio ruolo e come lo svolgono e che avranno difficoltà ad imporre certi livelli di servizio ingiustificati agli utenti più smart.

Il cambiamento sarà trainato soprattutto dalla domanda generata nei prossimi anni dai Millennials e dagli utenti evoluti di ogni età, che non frequentano più le filiali «fisiche» delle banche e optano per canali di contatto solo tecnologici. La libertà di poter scegliere tra servizi innovativi in concorrenza tra loro darà più potere alla clientela e questo è destinato ad aumentare con l’evoluzione regolatoria. Con la PSD2 (Payment System Directive 2) dell’unione europea si potranno infatti collegare al proprio conto applicazioni di soggetti diversi dalla propria banca e questo creerà una vera e propria rivoluzione. Mentre tutte le altre industrie sono state profondamente modificate dal digitale nei passati 10-15 anni (pensiamo solo al commercio, alla musica o ai film) questo non è realmente avvenuto nel mondo bancario. Nei prossimi 10 anni recupereremo il tempo perduto.