Facebook allunga la vita, ma con moderazione
Uno studio condotto dall'Università di San Diego evidenzia che avere una vita socialmente attiva aumenta del 12% le probabilità di vivere più a lungo

SAN DIEGO - Facebook allungherebbe la vita, a patto che sia usato sempre con estrema moderazione. A rivelarlo uno studio dell’Università di San Diego che sta già facendo discutere. Secondo la ricerca, infatti, la solitudine sarebbe una tra le tante cause di morte, alla pari del fumo e dell’alcol: avere una vita sociale intensa - anche in parte virtuale attraverso i social network - aumenterebbe l’aspettativa di vita.
Facebook allunga la vita
E pensare che i nostri nonni, sin da quando siamo piccoli, ci inducono a mangiare bene, bere poco, fare tanta attività fisica per allungare le aspettative di vita. Lo studio dell’Università californiana di San Diego, pubblicato su Pnas (qui lo studio completo), la rivista ufficiale della United States National Academy of Sciences, rivela con fervore che le relazioni virtuali sui social network porterebbero a una situazione di benessere tale da ridurre la solitudine e quindi allungare l’aspettativa di vita. Lo studio è stato realizzato incrociando i dati di 12 milioni di californiani utenti o meno di Facebook e i dati dei registri dei decessi.
Abbiamo il 12% in più di possibilità
In modo particolare, chi partecipa attivamente sui social network ha il 12% di probabilità in meno di morire entro l’anno di chi non è socialmente attivo. L’integrazione sociale online, si legge nel titolo dello studio pubblicato sulla rivista scientifica, ridurrebbe il rischio di mortalità. Aprendo nuove prospettive alla ricerca, non senza polemiche. Secondo i ricercatori, di fatto, si tratta più che altro di una conferma. Nel 1979 la sociologa Lisa Berkman aveva elaborato una teoria secondo cui chi beneficia di forti relazioni sociali ha maggiore speranza di vita. Quello che hanno fatto Hobbs e la sua squadra è stato vedere se le regole che valevano nel ‘79 — quando il personal computer era di là da venire — valgono anche oggi che ognuno può letteralmente portarsi in tasca migliaia di contatti grazie ai social network.
Una popolazione di uomini di soli
Chiaramente le relazioni virtuali non possono sostituire quelle reali che si solidificano nel tempo attraverso il contatto umano. L’interazione online è positiva se moderata e accompagnata all’interazione reale e complementare con essa. Il fattore comunque più importante che viene evidenziato dalla ricerca è che la solitudine può essere considerata, alla pari con altri fattori, come una causa di morte. In Gran Bretagna, nel 2014, 1 su 10 persone hanno riferito di non aver un solo amico. Negli Stati Uniti, secondo uno studio del 2010 condotto dall’Associazione Americana dei Pensionati, il 43% degli americani di età compresa tra 45 e 49 anni ha riferito di sentirsi solo in modo regolare. In casi come questi il social network può facilitare la conoscenza di altre persone.
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