1 agosto 2025
Aggiornato 00:30
fundraising

Perché solo una startup su 100 ottiene il primo finanziamento

Molte idee arrivano ai business angels senza che sia stata fatta una reale ricerca di mercato e di brevetto, per questo faticano a ottenere finanziamenti

ROMA - Solo una startup su 100 riesce a ottenere investimenti e a sfondare il muro del fundraising, uno degli step più importanti di un’azienda innovativa e anche uno dei più difficili. Il dato che fotografa un’Italia che ancora arranca è emerso durante il convegno «Capitali Coraggiosi» promosso a Bologna da IAG (Italian Angels for Growth), il principale network di business angels in Italia. Ne fanno parte 128 tra manager e imprenditori, che dal 2008 a oggi hanno valutato oltre tremila progetti di startup.

Perchè non si ottengono finanziamenti
Di queste 3mila idee innovative ne sono state selezionate 81 e finanziate 32, per un totale di 15 milioni di euro d’investimenti diretti e quasi 50 milioni indiretti. Bene, calcolatrice alla mano, di queste startup innovative, solo l’1% è quindi riuscito ad ottenere investimenti. Delle 25 imprese già create grazie a IAG, 6 si collocano in Lombardia, 5 in Emilia-Romagna, 3 in Toscana, e nel Lazio e nel Friuli-Venezia Giulia. Ma perchè accade che le imprese innovative non riescano ad ottenere finanziamenti? Secondo Antonio Leone, presidente di Iag, le idee sono tante, ma essendoci in Italia un gap accademico importante, è facile che ai business angels arrivi davvero tanta «fuffa», ossia progetti che di fatto non riescono ad andare sul mercato. E molti startupper non sanno neppure se la loro idea è già stata brevettata all’estero, perchè non fanno ricerche adeguate.

I settori più prolifici
I settori più "prolifici" di proposte sono stati Internet (30%), l'ICT (14%) e il manifatturiero con l'Industria 4.0 (11%). Ben rappresentati anche il mobile/giochi e intrattenimento (8%), Biotech e farmaceutico (6%) e il medicale (5%). I business angels di IAG da 8 nel 2008 sono diventati 128 ad oggi, una consistenza simile a quelle dei migliori angel network americani. Gli angels di IAG risiedono per il 50% in Lombardia, in particolare nell'area milanese. Ben 12 provengono dall'Emilia-Romagna (9 da Bologna), 22 dal Nord-Est, specie Udine (7), Pordenone (4) e Verona (4); 8 provengono da Roma, 7 dal Centro-Nord e 9 dal Nord-Ovest. I soci IAG sono soprattutto manager (37%) e imprenditori (24%), ma provengono anche dal mondo della finanza (19%). Le competenze degli "angeli" si concentrano su fintech, manifatturiero/industria, internet, grande distribuzione, elettronica, ma anche moda e lusso.

«Il venture capital - ha rimarcato il presidente di IAG Antonio Leone - sia di natura informale che istituzionale in Italia è un settore senz'altro in evoluzione e in espansione e diventerà essenziale nella nostra economia. E' innegabile che fino a oggi sia mancato un "big bang" che permetta di sprigionare il dinamismo imprenditoriale del nostro Paese, attrarre capitali adeguati, e stabilire finalmente un circolo virtuoso stabile fra denaro e idee».