20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
in attesa del verdetto del tar

I rischi di costituire una startup online

In attesa del verdetto dei giudici del Tar del Lazio in merito al ricorso presentato dai notai, abbiamo considerato alcuni rischi a cui la startup può potenzialmente andare incontro se effettuata la registrazione online

I rischi di costituire una startup online
I rischi di costituire una startup online Foto: Shutterstock

ROMA - Mancano pochi giorni al verdetto del TAR del Lazio in merito al ricorso presentato da parte del Consiglio Nazionale del Notariato contro la normativa che prevede per le startup la possibilità di costituire tramite procedura online la loro srl innovativa.

Il ricorso dei notai
«Siamo dalla parte delle fasce più deboli, di tutti gli startupper più inesperti e non contro l’innovazione». Così ci aveva precisato Giampaolo Marcoz, consigliere nazionale del Notariato, sviscerando una serie di rischi a cui le startup sarebbero andate incontro nel momento in cui avessero scelto di seguire la procedura prevista dal decreto del Mise del 17 febbraio 2016. La questione ha sollevato un polverone tra il mondo degli startupper e, in particolare, tra gli associati di Roma Startup, che si sono costituiti ad opponendum nel procedimento. La stessa associazione aveva parlato, riferendosi al ricorso dei notai, come di un’azione «pretestuosa e tutt’altro che disinteressata». Per evitare una batosta che dal Sud al Nord  varia tra 1500 a 2500 euro di spese notarili - aveva dichiarato Gianmarco Carnovale, Presidente di Roma Startup - molti neo-imprenditori cercano alternative e le trovano con costituzioni di imprese all’estero, che in molti casi sono gratuite o quasi. Queste soluzioni, se il loro giro d’affari nascerà e crescerà, comporteranno senz’altro di dover andare in seguito da un Notaio o uno studio legale per revisioni statutarie pagando cifre maggiori di quelle italiane. Ma in quel momento, essendoci del business o degli investitori, ci saranno i soldi per farlo serenamente, senza toglierli da altre voci di spesa o rischiare di buttarli. E’ proprio questo lo schema che i Notai dovrebbero apprezzare: si tratta di non chiedere soldi che non ci sono e che non è necessario spendere all’atto della costituzione, ovvero attendere che un passaggio notarile divenga possibile e necessario a tempo debito».

I rischi
Quali sono, però, gli effettivi rischi a cui una startup può andare incontro nel momento in cui decide di seguire la procedura online? Senza ombra di dubbio, l’assenza del notaio, comporta un abbassamento dei controlli riguardo la legalità sul contenuto dell’atto o la legittimazione delle parti coinvolte. «La possibilità di costituire una startup attraverso un modulo semplificato, inoltre, espone i fondatori a numerosi pericoli - continua Marcoz -. Lasciare i rapporti di forza a un modello precostituito potrebbe essere molto rischioso soprattutto quando la startup ha a che fare con investitori e finanziatori». Per ovviare a questo inconveniente, la procedura di registrazione breve un sorta di paracadute, costituito dal passaggio provvisorio alla sezione speciale al momento dell’iscrizione al Registro delle Imprese. In sostanza esiste un arco temporale di 15 giorni in cui la start up deve essere sottoposta ai controlli prima di risultare iscritta in via definitiva.

Se la società viene dichiarata nulla
Costituire una startup attraverso la modulistica online, inoltre, comporta il rischio che la stessa società sia dichiarata nulla nel momento in cui il ricorso dei notai venisse accolto e l’iter giuridico si rivelasse a favore di questi ultimi. Il Consiglio Nazionale del Notariato ha, infatti, evidenziato alcuni vizi legali della norma che consente. «Se inizialmente la normativa prevedeva sia l’atto in formato digitale che l’atto pubblico come modalità alternativa, di fatto, l’attuale provvedimento non  contempla quest’ultimo - ci aveva detto Marcoz -. Inoltre siamo di fronte a un problema di gerarchia delle fonti poiché la norma che prevede come si costituisce una srl è una norma ordinaria che non può essere derogata da un decreto ministeriale». In ogni caso è inutile fasciarsi la testa prima del tempo. Il 30 agosto è previsto il giudizio del Tar del Lazio in merito al ricorso. La palla passa quindi ai giudici, almeno per il momento.