28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
crowdfunding

Masserdotti (Tip Ventures): «Ecco perché l'equity deve essere il primo passo per una startup»

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Matteo Masserdotti, fondatore della piattaforma di equity crowdfunding Tip Ventures: «L'equity è vantaggioso e crescerà esponenzialmente»

BRESCIA - Lasciare un Paese come le Baleari per (ri)trasferirsi in Italia (a Brescia) e avviare una piattaforma di equity crowdfunding. E’ ciò che ha fatto Matteo Masserdotti, fondatore di Tip Ventures, piattaforma di equity che annovera tra le sue campagne startup come GlassUp e Triton. Una scelta importante, maturata dopo il successo di piattaforme come Kickstarter e grazie alla normativa italiana che ha dato ampio spazio anche nel nostro paese alle forme di finanziamento in equity.

L’equity crowdfunding di Tip Ventures
Una scelta un po’ in controtendenza. Mentre numerosi innovatori scelgono lidi (forse) più prosperi come la Silicon Valley, Matteo è tornato in patria. «Credo che in Italia non manchi affatto la cultura imprenditoriale - ci dice Matteo -. Vengo da una terra di imprenditori e quando ho fondato Tip Ventures ho pensato che trovare idee valide da lanciare sul mercato anche qui in Italia non fosse così complicato». E, in effetti, non lo è stato. In un anno Tip Ventures ha chiuso 2 campagne su 4 e attualmente sta supportando la campagna di due startup davvero interessanti, tra cui GlassUp, azienda modenese che ha sviluppato lenti smart, sulle quali - attraverso tecniche ispirate all’olografia - è possibile far apparire tutte le informazioni provenienti dai device mobili.

In Italia manca la cultura del rischio
La strada, tuttavia, non è completamente in salita. Gli ostacoli sono molti e tendenzialmente derivano da una cultura finanziaria propensa a fare investimenti a basso rischio. «L’italiano tende ad effettuare investimenti a breve termine con un basso tasso di rischio e generalmente li fa su beni immobili, decisamente più sicuri rispetto alle startup innovative - ci dice Matteo -. Il mercato del venture capital, purtroppo, è ancora sconosciuto a molti». Una delle tante sfide che Matteo si trova ad affrontare è proprio questa, far comprendere agli investitori che l’equity crowdfunding può funzionare davvero: «E’ importante far comprendere agli investitori che è necessario diversificare e quindi investire magari meno fondi, ma in più startup - continua Matteo -. E soprattutto non rassegnarsi se una campagna di crowdfunding non ottiene i risultati sperati, ma continuare a investire ugualmente in altre startup. Stiamo parlando di società in fase di avviamento che avranno, probabilmente, diverse difficoltà iniziali, ma che possono comunque portare a un buon ritorno».

Il primo passo per le startup
La sfida, tuttavia, non è solo con gli investitori, ma anche con le stesse startup che, molto di frequente, tendono a considerare l’equity crowdfunding come l’ultima spiaggia, la soluzione da tentare quando non sono andate a buon fine le altre. E non dovrebbero. Già, perché l’equity offre numerosi vantaggi. «Il capitale ottenuto attraverso l’equity dà alla startup la possibilità di crescere più velocemente rispetto a un prestito bancario che deve essere restituito entro breve termine - spiega Matteo -. Il capitale di rischio, invece, deve essere sì restituito, ma verosimilmente quando la società sarà avviata e andrà a gonfie vele». Ma non solo, poiché l’equity crowdfunding, permette alla startup di validare veramente il proprio prodotto. In una fase iniziale la startup ha, così, la possibilità di capire quanto possa essere interessante il suo prodotto sul mercato: «Nel caso in cui dovesse ottenere finanziamenti da molti investitori - continua Matteo - potrà risultare più appetibile per un investitore professionale in un secondo round di finanziamento».

Un mercato in crescita
«Pensiamo che il mercato dell’equity crowdfunding crescerà esponenzialmente nell’arco di 3-4 anni - conclude Matteo - e questo perché sta già avvenendo in altri Paesi. L’obiettivo principale è far capire alle startup che ottenete fondi in questo modo è molto più semplice e decisamente più proficuo se ci si trova in una fase iniziale del progetto. Inoltre dà la possibilità di mantenere in mano il proprio progetto senza condividere le scelte anche con coloro che ci hanno investito, cosa che capita quando ci si rivolge, invece, a fondi di investimento». Il che non è cosa da poco.