Catania: «Non abbiate paura del nuovo, molte professioni devono ancora essere inventate»
se da una parte gli italaini sono sedotti dall'innovazione, dall'altra temono che possa essere, di fatto, un competitor per il loro posto di lavoro. Cosimo Elio Catania di Confindustria Digitale spiega perché non dobbiamo aver paura del nuovo
MILANO - L’innovazione ridurrà i posti di lavoro? Secondo il 39,8% degli italiani sì. E questo accade perché le nuove tecnologie rendono sempre meno indispensabile l’attività dell’uomo che viene, così, sostituita da processi di automazione spinta. Il dato emerge dal rapporto Censis presentato nell’ambito dell’Edison Innovation Week: laddove gli italiani sono, sì, affascinati dallo sviluppo tecnologico, dall’altra hanno ancora paura, paura che l’innovazione possa generare un gap di sistema, contribuendo progressivamente alla perdita di nuovi posti di lavoro.
Non aver paura di innovare
«Non dobbiamo aver paura del nuovo - commenta Cosimo Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale -. In questo momento stiamo attraversando una fase di transizione ed è normale che molti lavoratori non siano più adatti. Ma il saldo netto, alla fine, non potrà che essere positivo. Ma saranno lavori diversi: questo è il vero grande impegno che la leadership privata e pubblica deve affrontare». Lavori diversi, di cui nessuno avrà mai sentito parlare: già oggi, se l’Italia avesse intrapreso il processo evolutivo digitale molto prima, ci sarebbe bisogno di oltre 200mila professionisti. «Noi dobbiamo far capire che dietro queste trasformazioni, dietro la paura, ci sono le grandi opportunità - conclude Catania -. Questo è, a mio avviso, il modo giusto di affrontare l’innovazione di oggi».