29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La polemica

New York Times: «Lavorare ad Amazon è un inferno». Ma Jeff Bezos non ci sta

Il fondatore e amministratore delegato di Amazon smentisce quanto contenuto in un articolo del New York Times pubblicato ieri e in cui vengono descritte «pratiche manageriali incredibilmente spietate» che - dice Bezos - nel gruppo del commercio elettronico non sono tollerate.

New York Times: «Lavorare ad Amazon è un inferno». Ma Jeff Bezos non ci sta
New York Times: «Lavorare ad Amazon è un inferno». Ma Jeff Bezos non ci sta Foto: Ettore Ferrari ANSA

NEW YORK (askanews) - Jeff Bezos non ci sta. Il fondatore e amministratore delegato di Amazon smentisce quanto contenuto in un articolo del New York Times pubblicato ieri e in cui vengono descritte «pratiche manageriali incredibilmente spietate» che - dice Bezos - nel gruppo del commercio elettronico non sono tollerate. «Credo fermamente che chiunque lavori in un'azienda che è davvero come quella descritta dal NYT sia matto a restarci», spiega il top manager in una email ai suoi dipendenti. «So che io lascerei un'azienda simile».

La difesa di Jeff Bezos

Bezos invita i dipendenti a conoscenza di «storie come quelle riportate» dal quotidiano a contattarlo direttamente. L'articolo intitolato «Inside Amazon: wrestling big ideas in a bruising workplace» parla di dipendenti che hanno sofferto di cancro, aborto spontaneo o altre crisi personali e che per questo sono stati giudicati in modo ingiusto e marginalizzati invece di avere ricevuto il tempo necessario per riprendersi all'interno di un ambiente di lavoro intenso.
Nella email ai dipendenti, l'a.d. spiega che «anche se rara o isolata, la nostra tolleranza per una tale mancanza di empatia deve essere pari a zero». Bezos spera «molto» che i lavoratori non si riconoscano in un simile contesto, un «ambiente di lavoro senz'anima e distopico dove non ci si diverte e dove non si sente alcuna risata».

Darwinismo voluto

Basato sulle interviste di oltre 100 tra dipendenti ed ex dipendenti, l'articolo del NYT cita un ex direttore delle risorse umane che parla di «darwinismo voluto» nel descrivere come i vincitori e i perdenti vengono trattati diversamente all'interno dell'azienda. Bezos, che ha rifiutato di farsi intervistare per l'articolo incriminato, invita i suoi 180.000 dipendenti a leggere «attentamente» l'articolo stesso precisando che «non descrive la Amazon che conosco o gli Amazonians (le persone che ci lavorano, ndr) con cui lavoro ogni giorno».

Nel suo messaggio alla sua forza lavoro, l'a.d. include un link su LinkedIn che contiene il resoconto di un dipendente (Nick Ciubotariu) relativo alla sua esperienza nei suoi 18 mesi in Amazon. L'ingegnere descrive i punti di forza dell'ambiente di lavoro, come l'attenzione riposta su consumatori e su innovazione. Ma, replica il NYT, parte di quanto da lui sostenuto non è corretto. Il riferimento, precisa il quotidiano, è alla «dichiarazione che l'azienda non elimina personale su base annuale. Un portavoce di Amazon aveva in precedenza confermato che l'azienda ogni anno fissa una percentuale predeterminata di lavoratori» che di fatto vengono spinti a lasciare il loro incarico.