19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Internet & Società

I giovani non si trasformino in «schiavi di Internet»

E' questo l'appello lanciato oggi dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, durante la cerimonia di consegna di tablet gratuiti a studenti. Il premier ha colto l'occasione per difendere la controversa legge su internet voluta da suo governo

ISTANBUL - I giovani non si trasformino in «schiavi di Internet». E' questo l'appello lanciato oggi dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, durante la cerimonia di consegna di tablet gratuiti a studenti. Il premier ha colto l'occasione per difendere la controversa legge su internet voluta da suo governo.

«Interrnet è uno strumento estremamente importante, ma può diventare laq più grande delle minacce del nostro tempo nelle mani di persone malintenzionate», ha detto Erdogan ad alcuni studenti di scuola primaria e secondaria, accompagnati dai loro docenti, ad Ankara.

«Non diventati schiavi di Internet - ha aggiunto il capo del governo turco - e non diventate schiavi dei computer».

L'ammonimento è arrivato durante una cerimonia che segna l'avvio di un'iniziativa che porterà 100mila tablet gratuiti nelle mani degli studenti turchi.

Il Parlamento turco ha innestato grandi polemiche nel paese e all'estero questo mese, dopo che ha approvato norme restrittive della libertà su internet, dando alle autorità la possibilità di bloccare pagine web che siano considerate insultanti o lesive della privacy.

I critici di Erdogan e del partito Giustizia e Sviluppo (Akp), al potere in Turchia, hanno bollato la normativa come un tentativo per comprimere la libertà dell'opposizione. Anche perché la legge è arrivata in un momento in cui il governo e i circoli più vicini al primo ministro sono incappati in un grave scandalo di corruzione.

«Noi non vogliamo limitare la libertà di nessuno», ha affermato oggi Erdogan. «Al contrario noi vogliamo proteggere i nostri giovani dai ricattatori, dagli usurpatori e dai criminali».

I gruppi per le libertà civili hanno lanciato appelli al presidente Abdullah Gul affinché non promulghi la legge.