20 aprile 2024
Aggiornato 03:30

Clima, Norvegia: fermare riscaldamento globale per salvare orsi

Aperta la conferenza internazionale di Tromsoe

TROMSOE - La sopravvivenza dell'orso polare passa - ha detto oggi il ministro dell'ambiente norvegese Erik Solheim aprendo la conferenza internazionale sugli orsi bianchi - per la porta stretta di una lotta convinta e rigorosa contro il riscaldamento globale del pianeta. La principale minaccia che pesa oggi sugli orsi polari viene dal cambiamento climatico... Per conservare l'ecosistema dobbiamo quindi mettere fine al riscaldamento globale» ha detto il ministro parlando davanti ai delegati dei cinque paesi dove vive l'animale (Usa, Russia, Groenlandia-Danimarca, Norvegia e Canada).

La delicatezza della questione è illustrata dal recente allarme del Wwf che ha mostrato come circa i due terzi della popolazione di orsi polari (costituita da 20-25mila esemplari) rischino l'estinzione nei prossimi 50 anni a causa dei cambiamenti climatici. La sopravvivenza della specie non riguarda solo il destino degli orsi polari ma il pianeta intero» ha detto Rasmum Hansson, capo del WWF Norvegia, in un vertice preparatorio, esortando urgentemente un piano di azione, anche in vista del vertice di Copenhagen delle Nazioni Unite previsto il prossimo dicembre.

Gli orsi polari, che dipendono dalla presenza di lastre di ghiaccio per cacciare le foche di cui si nutrono, sono a rischio a causa dello scioglimento dei ghiacci e per le tossine industriali presenti nelle acque che danneggiano il loro sistema immunitario e riproduttivo. Nel corso del summit, scriveva ieri la stampa britannica, si potrebbe anche prendere in considerazione una scelta radicale e sinora impensata: quella di proibire in parte completamente la caccia all'orso polare, adesso consentita in tutti gli stati ospitanti la specie eccetto la Norvegia. Sinora, la caccia all'orso bianco è regolamentata da un vecchio trattato del 1973, il Polar Bear Agreement. Che si arrivi o no a un bando totale della caccia al plantigrado dei ghiacci è da vedere.

Di fatto, sottolinea Geoff York, cordinatore del programma orsi polari per il Wwf, la cosa essenziale è intanto modificare i parametri con cui si decidono le quote consentite di animali 'cacciabili' ogni anno. «I parametri in uso - dice York - al momento non tengono conto della variabile cambiamento climatico, che sta invece seriamente incidendo sulla sorte degli animali. Quello che chiediamo come minimo alle parti in causa è includere anche questo fattore cruciale nella definizione delle quote attuali per la caccia». La vicenda, oltre a un evidente urgenza ecologica, ha tuttavia sottili complicazioni di ordine antropologico e economico. La caccia all'orso bianco, infatti, è parte integrante delle abitudini della popolazione Inuit di Canada e Alaska, che non solo la considerano una componente chiave della loro cultura ma da essa traggono anche parte del proprio sostentamento economico.