Venezuela in preda al caos: in 20 giorni uccisi altri 26 dimostranti
Il presidente socialista Nicolas Maduro ha accusato l'opposizione di essere responsabile della protesta, degli scontri e delle violenze. Ma intanto l'Osa chiede una riunione di emergenza
CARACAS - La protesta in Venezuela contro il presidente Nicolas Maduro assume toni sempre più drammatici. Con l'uccisione di un ragazzo di 23 anni, colpito alla testa da un colpo di arma da fuoco nello Stato di Lara, in una ventina di giorni sale a 26 il bilancio dei morti negli scontri e nelle violenze legate alle dimostrazioni. Oltre 400 i feriti. E l'opposizione annuncia nuove proteste promettendo di non cedere nella lotta per arrivare a rimuovere Maduro.
Maduro accusa l'opposizione
Dal canto suo, il presidente venezualano ha accusato l'opposizione di essere responsabile di tutte le morti di queste settimane che, a sua avviso, sarebbero 29. «Dal 6 aprile, da quando è cominciato questo assalto contro il governo, organizzato dall'opposizione, 29 nostri compatrioti sono stati uccisi, per colpa della destra» ha detto Maduro. "Il popolo chiede giustizia. Abbiamo arrestato diversi di questi assassini e ne stiamo cercando ancora uno. E potete stare certi che non ci fermeremo sino a quando non lo avremo catturato» ha concluso il presidente socialista. Gli Stati membri dell'Organizzazione degli Stati americani hanno chiesto una riunione d'emergenza del consiglio permanente per discutere la situazione in Venezuela. Il governo di Caracas ha risposto minacciando il ritiro dall'organizzazione.
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