25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Esteri

Trump annuncia nuove sanzioni alla Russia: «Ha avvelenato una spia»

Gli Stati Uniti imporranno nuove misure punitive a Putin, ritenuta responsabile dell'avvelenamento dell'ex agente Skripal e della figlia. Mosca: «Inaccettabile»

WASHINGTON – L'amministrazione Trump si prepara a imporre nuove sanzioni contro la Russia dopo aver determinato che Mosca avrebbe utilizzato armi chimiche contro l'ex spia russa Sergei Skripal, che vive nel Regno Unito dal 2010. È stata Heather Nauert, portavoce del dipartimento di Stato, ad annunciare le nuove misure, facendo riferimento al tentativo di avvelenamento avvenuto il 4 marzo scorso a Salisbury contro Skripal, 66 anni, e la figlia 33enne. Per il Regno Unito e gli Usa la colpa è di Mosca, che ha negato. «Successivamente all'uso del gas nervino 'Novichok' nel tentativo di assassinare il cittadino britannico Sergei Skripal e sua figlia Yulia Skripal – ha spiegato Nauert – il 6 agosto 2018 gli Usa hanno determinato che, sulla base della legge Chemical and Biological Weapons Control and Warfare Elimination Act del 1991, il governo della federazione russa ha usato armi chimiche o biologiche in violazione della legge internazionale o ha usato armi chimiche o biologiche letali contro i suoi stessi cittadini». La portavoce ha precisato che le sanzioni entreranno in vigore con la pubblicazione sull'equivalente americano della Gazzetta Ufficiale italiana di una nota. Tale pubblicazione è attesa «il o intorno al» 22 agosto prossimo. Il 26 marzo gli Usa, insieme ad altri membri Nato, annunciarono l'espulsione di 60 spie russe alla luce del caso Skripal; il Cremlino rispose chiudendo un consolato e cacciando 60 diplomatici americani.

La risposta della Russia
Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, la decisione americana di varare nuove sanzioni è «categoricamente inaccettabile», ma «certamente la Russia conserva la speranza che si possa arrivare a relazioni costruttive con Washington. Complessivamente, certo, bisogna dire che riteniamo categoricamente inaccettabile il varo di nuove restrizioni in connessione al caso di Salisbury, che noi consideriamo illegali come in precedenza – ha aggiunto il portavoce del presidente russo Vladimir Putin – Senza dubbio la Russia mantiene, e il presidente Putin ne ha parlato durante la conferenza stampa ad Helsinki alcune settimane fa, la Russia mantiene la speranza di arrivare a relazioni costruttive con Washington, perché queste relazioni non solo fanno gli interessi dei nostri due popoli, ma sono nell'interesse della stabilità e della sicurezza nel mondo», ha concluso Peskov.

La lettera di Trump
Nella stessa giornata il senatore statunitense Rand Paul ha detto di aver consegnato, durante il suo recente viaggio a Mosca per parlare con i deputati russi, una lettera da parte del presidente Donald Trump e destinata a Vladimir Putin. «La lettera enfatizza l'importanza di un ulteriore impegno in varie aree, inclusi l'antiterrorismo, il dialogo legislativo e gli scambi culturali», ha detto Paul. La lettera non è stata consegnata direttamente al presidente russo, che non era a Mosca, ma al suo staff. Paul è emerso come uno dei parlamentari che più hanno difeso Trump sui rapporti con la Russia. Paul, repubblicano del Kentucky, ha invitato i parlamentari russi a Washington per dei colloqui, dopo un incontro a Mosca con i membri della commissione Relazioni internazionali del Consiglio federale (Senato), tra cui il presidente Konstantin Kosachyov e Sergey Kislyak, ex ambasciatore russo negli Stati Uniti finito nel Russiagate, le indagini sulle ingerenze russe nelle ultime elezioni presidenziali. L'invito di Paul è stato annunciato pochi giorni dopo che il direttore dell'intelligence nazionale, Dan Coats, ha dichiarato che gli sforzi della Russia per interferire nelle elezioni statunitensi rimangono una minaccia per il Paese. La Casa Bianca, però, ha spiegato che «su richiesta del senatore Paul, il presidente Trump ha fornito una lettera di presentazione, in cui sono stati menzionati degli argomenti che il senatore Paul voleva discutere con il presidente Putin». Non si trattava, a quanto spiegato dal viceportavoce John Hogan Gidley, di una lettera indirizzata da Trump a Putin per migliorare il dialogo su determinati argomenti, ma di una lettera di presentazione chiesta da Paul, desideroso di incontrare Putin e di discutere con lui degli argomenti menzionati. Paul e Putin non si sono incontrati e al momento non è previsto un faccia a faccia.