Pinotti: «In Niger missione bilaterale, nulla di neocoloniale»
Il ministro della Difesa: «I nostri soldati lì non per combattere ma per addestrare. Le regole di ingaggio sono le stesse di Iraq e Afghanistan»
ROMA - L'impegno italiano in Niger prevederà esclusivamente «una missione di addestramento», in risposta a una «richiesta specifica» delle autorità locali. «Non è una missione combat», ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. Il «supporto logistico» in Niger sarà «via mare non via aerea», ha precisato il ministro, sottolineando che le autorità locali «non vogliono che controlliamo i confini, vogliono che li aiutiamo a diventare capaci a controllare i confini».
Le regole di ingaggio
Quanto alle regole di ingaggio, saranno «le stesse di Iraq e Afghanistan». «Ci saranno tutte le tutele e le attenzioni, sappiamo che parliamo di zone pericolose. Ma la missione non ha nulla di neocoloniale o di nascosto», ha insistito Pinotti. E' solo la risposta a «una richiesta che si sposa con quanto stiamo facendo in Libia, ovvero il fatto che non possiamo continuare a far gestire l'immigrazione da rete criminali».
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