23 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Usa

Usa, così dopo Charlottesvill Trump silura l'ultra conservatore Steve Bannon

Secondo la stampa statunitense, Trump si sarebbe convinto a licenziare Bannon dopo le polemiche scatenate da Charlottesville, ma altre fonti affermano che sia stato Bannon stesso a rassegnare le dimissioni

WASHINGTON - Steve Bannon ha lasciato l'amministrazione Trump. Lo stratega del presidente, fondamentale in campagna elettorale, ha trascorso il suo ultimo giorno di lavoro alla Casa Bianca. Secondo la stampa statunitense, Trump si sarebbe convinto a licenziare Bannon dopo le polemiche scatenate da Charlottesville, ma altre fonti affermano che sia stato Bannon stesso a rassegnare le dimissioni. Dunque il rappresentante dell'ultra destra è finito nel lungo elenco dei collaboratori del presidente che hanno passeggiato per i corridoi della Casa Bianca solo per pochi mesi. Ciononostante, il 63enne ultraconservatore, ha garantito che andrà "alla guerra" per l'Amministrazione Trump. "Se ci fosse qualche confusione, lasciatemi essere chiaro: io lascio la Casa Bianca e vado alla guerra per Trump contro i suoi oppositori: a Capitol Hill, sui media, nel mondo delle imprese americane", ha affermato a Bloomberg poche ore dopo aver lasciato la residenza del presidente degli Stati Uniti. L'uscita di scena di Bannon appare legata alla bufera che si è scatenata dopo i fatti di Charlottesville, con le violenze dei suprematisti bianchi e neonazisti. Le reazioni indignate non accennano infatti a placarsi. E a farne le spese in qualche modo è stato l'esponente dell'ultra destra, il più radicale della amministrazione Trump.