29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Le indagini dell'Fbi

Strage di Orlando, fino a che punto c'entra l'Isis?

Le indagini sul killer di Orlando proseguono: era un lupo solitario, omofobo e radicalizzatosi sul web. Ma nessuna certezza a proposito di suoi contatti diretti con l'Isis

NEW YORK - Il giorno dopo la strage di Orlando iniziano a spuntare le prime certezze. Intanto siamo di fronte a un lupo solitario, omofobo e radicalizzato attraverso le letture più disparate su internet. Ma l'Fbi, che in questo momento sta indagando su possibili collegamenti esterni di Omar Mateen, esclude che ci siano stati contatti diretti con il network internazionale del terrorismo.

Dubbi sull'Isis
Anche se, all'ultimo e in tre successive chiamate al 911, il ventinovenne ha giurato fedeltà allo Stato islamico. «Stiamo lavorando per ricostruire meglio ogni dettaglio della questione ma in questo momento non sappiamo chi abbia ispirato gli attacchi», ha detto il direttore dell'Fbi, James Comey. Questo dopo l'intervento di Barack Obama di questa mattina al termine della riunione con i suoi consiglieri e con la polizia federale. «Si tratta di un estremista cresciuto negli Stati Uniti», ha detto il presidente americano ricordando che ci sono forti analogie con la strage di San Bernardino.

Dettagli personali
Intanto cominciano ad emergere alcuni dettagli della vita di Mateen, che era sposato e divorziato e l'ex moglie ha detto di essere stata maltrattata e picchiata. E ancora che da tempo parlava della sua voglia di uccidere, ogni volta avesse l'occasione per esternare il suo pensiero. Inoltre il ventinovenne era stato due volte in Arabia Saudita per due distinti pellegrinaggi nei luoghi sacri dell'Islam. Intanto si cerca di capire come mai fosse entrato nel 2013 nella lista delle persone sospette della polizia federale e poi fosse stato tolto. La polizia di Orlando ha inoltre fatto sapere che Mateen ha agito in modo «freddo e calmo».

La testimonianza della famiglia
Inoltre una parte importante è legata anche alla sua famiglia, di origini afgane, che continua a dirsi estranea al terrorismo. Il padre, che oggi ha parlato davanti ai media americani, in passato si era definito filo talebano. E ancora ha detto che il figlio aveva visto a Miami due gay che si baciavano, cosa che forse avrebbe fatto scattare la molla.

Scontro tra candidati
Una teoria molto debole che non convince la polizia americana. In tutto questo si è aperto uno scontro interno tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Hillary Clinton nel condannare l'avvenimento ha fatto un discorso più ampio, parlando di terrorismo e di controllo delle armi. Il repubblicano Donald Trump invece più volte in diverse interviste ai media americani ha collegato la strage all'incapacità di Barack Obama di agire, sostenendo che la stessa cosa avverrebbe con Clinton. Il miliardario ha di nuovo proposto di bandire l'ingresso ai cittadini provenienti dalle aree con collegamenti con il terrorismo. Un divieto d'ingresso che potrebbe essere revocato solo quando gli Stati Uniti riusciranno a garantire controlli più severi alle frontiere.

(Fonte Askanews)